ANTONIO CORBI E GIUSEPPE SALVIATI. Con loro lo studio fotografico diventa “Workshot”.

Classe 1972, ingegnere. Classe 1971, architetto. Segno distintivo: una passione smodata per la fotografia. Loro sono Antonio Corbi e Giuseppe Salviati. Entrambi hanno deciso ad un certo punto della vita di cambiare direzione e seguire il loro primo amore, la fotografia. Così hanno creato un laboratorio d’arte fotografica e sala posa: Workshot. Ma non è solo l’immagine ad averli affascinati. Gloss Graphic Novel di Francesca Scognamiglio con le illustrazioni delle sorelle Crepax, che sarà presentato il 10 febbraio al Pan (ore 19), li ha così colpiti, che non potevano non supportarlo. A spiegare l’incontro e la loro storia è Giuseppe.

Come nasce Workshot?

Io e Antonio lavoriamo da moltissimo tempo assieme. Dodici anni fa abbiamo aperto una società di progettazione, ma pian piano la nostra professione si è andata screditando. Da sempre però ci legava la passione per la fotografia, un amore nato giovane, fin dalla più tenera età. Poi è stato un crescendo. Durante gli studi da geometra mio padre mi regalò una fotocamera sovietica, la Zenit 122, completamente manuale, con cui cominciai a scattare. Era un bellissimo svago ma anche molto dispendioso. Allora si scattava con i rullini che non costavano poco.

Poi che è successo?

Io e mia moglie Giovanna (anche lei amante della fotografia e con un bell’occhio per i particolari) abbiamo viaggiato molto. E nel nostro peregrinare abbiamo sempre scattato con fervore. Ho cominciato a sperimentare la fotografia digitale e la post-produzione, partecipando anche a dei corsi con Marianna Santoni, una guru del settore. Ad un certo punto la fotografia ha cominciato ad acquisire un ruolo centrale nella nostra vita e con Antonio, che la ama quanto me, abbiamo pensato che potesse diventare una professione a tutti gli effetti. Così incoraggiati dalla crisi che ha creato un blocco repentino del nostro lavoro di progettazione, abbiamo deciso l’azzardo. Abbiamo ristrutturato un piano completo del nostro studio per farne un laboratorio di arte fotografica. Volevamo fare qualcosa di diverso rispetto le proposte già esistenti in città.

In cosa si differenzia Workshot?

Noi mettiamo a disposizione dei clienti un’ampia attrezzatura, tra macchine e obbiettivi professionali, softbox, luci, fondali in vinilico, di diverso colore, con possibilità di personalizzazione, non c’è che da scegliere. Abbiamo anche una macchina del vento e del fumo. Abbiamo inoltre un comodo camerino/spogliatoio per il make up e lo styling, una sala per la post-produzione, una sala rappresentanza e di una confortevole zona lounge bar per il relax. Spesso le sale pose invece o sono situate in appartamenti con spazi a disposizione angusti e freddi, oppure in grandi capannoni industriali, scomodi per il motivo inverso. A noi piace invece mettere a proprio agio chi scatta e chi si fa fotografare, proponendo un ambiente caldo, rilassante e accogliente.

Oltre alla sala posa, che altro genere di servizi proponete?

Facciamo ritrattistica, still life, pubblicità e servizi di moda. Proprio oggi ci ha contatto un’importante azienda sartoriale napoletana per proporci una collaborazione.

A che pubblico vi rivolgete?

Noi ci muoviamo su due binari. La sala posa è indirizzata ai professionisti. Mentre i servizi fotografici sono per chiunque voglia delle belle immagini.

Perché dovrebbero scegliere voi?

Credo che abbiamo una passione tale per la fotografia, che viene da dentro, che riusciamo a trasmetterla agli altri. Per noi non è un lavoro, è un piacere. Ci divertiamo sempre quando scattiamo. Le persone se ne accorgono e si sentono a loro agio.

Perchè la fotografia ti ha folgorato? Cos’ha in più rispetto altre discipline artistiche?

Amo il ritratto. Sono convinto che la macchina fotografica possa rubarti l’anima. Con essa hai la capacità di interloquire con il soggetto e far uscire fuori la sua reale natura. Non è necessario che il soggetto ripreso sia bello, per me l’importante è che sia vero.

A quali autori ti ispiri? C’è qualcuno che prediligi?

Ultimamente ho visto una mostra a Caserta di Robert Doisneau, l’ho trovato geniale. La sua capacità di raccontare attraverso metafore, di comporre un’immagine profonda e di non immediata lettura, che dietro nasconde importanti significati, mi ha colpito tantissimo. Stimo anche Mimmo Iodice, mi piace sfogliare i suoi libri. In generale mi piacciono tutti i testi di fotografia. Li divoro.

Hai mai partecipato a contest fotografici?

Certo! E li ho anche vinti. Il primo premio è stato per il Concorso Fotografico Internazionale “Immagini” di Quarrata (Pisoia), ho primeggiato con un ritratto “Mattia”; poi ho ricevuto il Premio Speciale di Caravella Editrice di “Racconti e Foto di Viaggio” nel 2010; ancora la mia foto “Sospesa” ha ricevuto il favore della giuria popolare nel concorso fotografico “Canti di Donne”del Collettivo Lunazione di Napoli; tanto per citarne alcuni.

Perché avete scelto di sostenere Gloss Graphic Novel?

Francesca è una donna energica, professionale, agguerrita, il suo romanzo ci ha subito travolto. La storia che racconta ci ha colpito e bisogna sempre appoggiare le iniziative artistiche. Eppoi le illustrazioni delle sorelle Crepax impreziosiscono il tutto. Io e mia moglie siamo sempre stati dei fan del grande fumettista di Valentina, ed ora anche delle sue nipoti.

Progetti futuri?

Il mio sogno è che l’attività di fotografo possa soppiantare completamente l’architettura. Chi non vorrebbe vivere della sua passione? È questo il fuoco che ci spinge a fare sempre di più.

Info: www.workshot.it

Giuliana Calomino

Giuliana Calomino
La vita di ogni uomo è una via verso se stesso, il tentativo di una via, l'accenno di un sentiero. (da Demian di Hermann Hesse).

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