TORINO FILM FESTIVAL. Let’s go

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Al Festival del cinema di Torino ci sono film in concorso, documentari, retrospettive (quest’anno ancora la New Hollywood) e poi ci sono delle chicche, come la sezione DIRITTI & ROVESCI che porta la firma del direttore uscente Paolo Virzì: “Cinque storie, cinque ritratti, cinque avventure – operai, mogli, puttane, matti, esodati – che mescolate l’una all’altra tracciano un affresco di persone, dei loro diritti, difficili da maneggiare, dei loro rovesci, umani e civili, del loro cadere e del loro rialzarsi, dei loro sogni commoventi di riscossa”.
Questa piccola e intensa sezione si compone di cinque bei film italiani che definire documentari è limitante. Questo infatti è il cinema del reale che abbatte gli steccati tra verità e finzione. A interpretare questa sezione le donne: Susanna Nicchiarelli con PER TUTTA LA VITA, a quarant’anni dal referendum sul divorzio in Italia; Wilma Labate con QUALCOSA DI NOI, storia della prostituta Jana; Costanza Quatriglio con la TRIANGLE di New York dove nel marzo del 1911 persero la vita 146 persone; Erika Rossi (con Giuseppe Tedeschi) per IL VIAGGIO DI MARCO CAVALLO sul cavallo di legno e cartapesta costruito negli internati del manicomio di Trieste nel 1973. E infine Antonietta De Lillo che ha inaugurato la sezione con LET’S GO, viaggio nella vita e nella memoria dell’ex fotoreporter napoletano Luca Musella, oggi senza lavoro, senza casa, senza moglie e lontano dai figli, a Milano, che non è più una Milano da bere, dove per lavorare, al posto delle copertine di un tempo, Luca realizza delle macro di vegetali riciclandosi in un genere che battezza ‘porno-verdure’ al motto di “Chi sap’ ‘ffa, nun se mor mai ‘e famm”. Riuscirà a uscire da questo vicolo stretto in cui è finito?
Probabilmente sì, dalla sua un ottimismo che rasenta l’ottusità. Ogni mattina Luca si guarda i piedi e inizia a camminare: “Let’s go ahead”!
Noi invece restiamo fermi, con l’amara consapevolezza di essere sempre più fragili e incapaci di sopportare le cadute altrui, sia come individui che come collettività. Siamo deboli e invece ci vuole forza per vedere la debolezza. E alla debolezza fa paura la debolezza.

Martina Caldo

Martina Caldo
Lavora come se non avessi bisogno di denaro, ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se non ti vedesse nessuno.

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