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NUOVO ALBUM PER GLI AFTERHOURS. Lunga vita al rock italico!

È prevista per la tarda primavera l’uscita del nuovo album degli Afterhours. A raccontarlo, in una intervista a rollingstone.it è Manuel Agnelli. Nella lunga chiacchierata con l’edizione italiana della storica testata musicale, il leader degli Afterhours parla di un lavoro che non rinuncerà ad essere difficile e “di pancia”, e a toccare senza compromessi i temi del presente, quello storico e quello vicino ai percorsi esistenziali dei membri della band (oltre ad Agnelli, lo ricordiamo, la formazione attuale prevede Rodrigo D’Erasmo al violino, Xabier Iriondo alle chitarre, Roberto Dell’Era al basso mentre non è ancora confermata la presenza di Fabio Rondanini alla batteria e di Stefano Pilia alla seconda chitarra).

Afterhours Ph Repubblica.it

“Se sei un gruppo rock devi parlare di cose di cui gli altri non parlano […]L’ultimo compito che è rimasto ai gruppi rock oggi è quello di raccontare cose scomode, perché ormai il rock&roll rivoluzionario non lo è più da tempo” afferma Agnelli, e nel disco del 2016 verranno trattati temi scomodi per davvero, come il tumore, dal momento che la band ha preso a sostenere con iniziative e concerti l’Associazione Soleterre che aiuta i bambini malati di cancro. Al lavoro anche su un super-live tour, che promuoverà il nuovo lavoro e dedicherà uno spazio a rileggere l’antologia di trentun’anni di carriera: “Il disco sarà il nostro biglietto da visita per dire: facciamo questa cosa, venite a vederci”, precisa Agnelli con l’inconfondibile realismo. Insomma, Manuel e i suoi promettono, col nuovo lavoro, di ricordarci dove sono finiti la verve, la natura polemica e la “cattiveria” del rock ‘n’ roll; secondo l’iconico frontman, infatti, i musicisti e le band di oggi: “hanno paura del grottesco: c’è la tendenza a fare i gruppi demenziali e ironici per autoprendersi per il culo, così poi non ti prendono per il culo dall’esterno”. Più chiaro e condivisibile di così.

ph credit // repubblica.it

Rosa Criscitiello
Uno spettacolo si può preparare in un mese. Improvvisare, invece, richiede una vita. (Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido, 2009).

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