LA FINESTRA SULLA RIVA DEL MONDO. Alfredo Carosella e la sua scrittura come terapia

Scrivere fa bene. E’ un modo per pensare, riflettere e guardare le cose con distacco. Questo lo sa bene Alfredo Carosella, “architetto con la penna” giunto al suo terzo romanzo. “La finestra sulla riva del mondo” (Kairòs) è una lucida fotografia del quotidiano dove la società è metaforicamente rappresentata da un villaggio turistico dove tutti devono divertirsi, ad ogni costo.
Bruno Oriente è da alcuni anni il direttore di un villaggio per vacanze, ha nello staff di animazione delle persone di fiducia grazie alle quali conta di risollevare il bilancio in perdita della struttura che gli è stata affidato. Giunto il sabato sera, vigilia di partenze e arrivi, Bruno decide di disertare il momento dei consueti saluti e ringraziamenti e si nasconde in un luogo appartato, vicino al mare dove lo assalgono i ricordi. È stanco di quella vita, consapevole di non aver trovato la felicità che ha inseguito invano.

Come nasce questo romanzo?
Da alcuni anni, passo una parte delle vacanze estive nei villaggi turistici. Prima di avere figli non c’ero mai stato. Lì sono rimasto molto colpito dalla follia collettiva che prende parte degli ospiti e dello staff di animazione, che prevede il “divertimento a ogni costo”. Bisogna partecipare ai giochi di spiaggia, al maggior numero possibile di sport, agli spettacoli serali con tanto di quiz e vallette… insomma: mi è parso di vedere un surrogato della televisione ma anche una efficace rappresentazione della società dell’apparire nella quale viviamo.. Ho provato però a intervistare alcuni dei protagonisti del divertimento “confezionato” e mi ha affascinato la sensibilità e la consapevolezza di alcuni di loro. Insomma nulla è come appare. Andava raccontato.

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Cosa l’ha spinta verso la scrittura?
Ho iniziato pochi anni fa, quando ho sentito l’urgenza di raccontare la mia esperienza personale nel campo delle adozioni internazionali: con mia moglie abbiamo deciso di adottare all’estero il nostro secondo figlio. È un mondo che pensavamo di conoscere bene, in quanto abbiamo diverse esperienze dirette di figli e genitori adottivi. Invece ci siamo accorti di non conoscerlo affatto e ho dovuto constatare che è un mondo pieno di insidie e ingiustizie. L’esperienza della scrittura ha avuto su di me un effetto benefico, quasi terapeutico. Così ho deciso di scrivere un vero e proprio romanzo. “La finestra sulla riva del mondo” è il terzo Un romanzo sulla ricerca della gioia autentica, ambientato in un villaggio per vacanze dove tutto sembra finto e invece si possono avere piacevoli sorprese.

Qual è la cosa più importante che scopre il protagonista?
Bruno è una persona che all’improvviso frena e non vuole più fare quello che il suo ruolo gli impone. Scopre così diverse cose: che, forse a causa del suo lavoro, non ha mai provato ad amare qualcuno sul serio; che alcune persone del suo staff gli vogliono sinceramente bene e quindi non è così solo come credeva di essere; che non è mai troppo tardi per ricominciare.

Qual è la cosa più importante che ha scoperto alla fine del romanzo?
Che anch’io ho ancora voglia di ricominciare.

La finestra sulla riva del mondo
Alfredo Carosella
Kairòs
pp.151
euro 14

Enrica Buongiorno
Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!

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