ITALIA. Un paese che prende a calci in faccia la sua arte deve solo vergognarsi!

Se è vero, come è vero, che ormai per ogni cosa si lanciano campagne sui social con tanto di hashtag, quello più idoneo a questa roba vergognosa è #iononsonoitaliano.
Nessun paese del mondo si è mai vergognato della sua arte millenaria. Culla e custode di una storia che va raccontata, urlata. Se proprio si voleva mostrare ospitalità, si sarebbe potuto adornare le statue con lo hijab (lasciatemi passare l’amaro sarcasmo… se n’è caduto Twitter di pubblicazioni!).

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Le statue di nudi coperte nei Musei Capitolini “in forma di rispetto alla cultura e alla sensibilità” di Hassan Rohani  fanno rabbia, indignano tutti, critici d’arte e cittadini, e sollevano un polverone mediatico che nel giro di pochissime ore fa arrivare la sua eco anche oltremanica con il The Guardian che scrive “Roma copre le statue di nudi per evitare al presidente iraniano di arrossire” e Bbc News che ricorda pure che “l’Italia ha anche scelto di non servire vino nei pranzi ufficiali”. E c’è anche qualche pubblicazione negli Usa con Newsweek  che scrive di statue e vino. E tutto questo accade dinanzi a una Francia, dove poi il presidente dell’Iran arriverà in visita diplomatica dopo l’Italia, che risponde con orgoglio patrio: io il vino a tavola lo metto, eccome!

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Italia ridicola, grazie a chi la governa, incapace persino di essere orgogliosa della sua cultura, di mostrarla fiera. E lo sanno anche i bambini che un paese incapace di amare quello che è e di esigere rispetto, è un paese che ha perso (su tutta la linea e da sempre).
In questa vicenda, l’Italia ha perso due volte. La prima: quando si è calata le braghe di fronte a un premier straniero che probabilmente (non è detto!) si sarebbe imbarazzato alla vista delle statue (congettura che peraltro mi sembra alquanto offensiva: questo non sa distinguere l’arte dalla pornografia?). La seconda: ma un minimo di palle, no eh? Se la vicenda avesse sollevato il placet del popolo dei social, Renzi, Franceschini e la Sovrintendenza romana avrebbero fatto a gara a mettere il cappello su questa storia. E, invece, scoppia il caso e inizia il balletto del “non sono stato io!” a cui i nostri cari politici ci hanno abituato da sempre!

Tra gli illustri commenti alla vicenda “Roma copre le statue di nudi per rispetto a Rohani”, quoto Gramellini. “I geni del cerimoniale che hanno inscatolato quattro statue peraltro velate del museo Capitolino nel timore che, vedendole, il presidente iraniano Rohani avesse uno sgomento ormonale e stracciasse i contratti con le nostre aziende, sono i degni eredi di un certo modo di essere italiani: senza dignità. Quella vocazione a trattare l’ospite come se fosse un padrone. A fare i tedeschi con i tedeschi, gli iraniani con gli iraniani e gli esquimesi con gli esquimesi”.

E siamo pure recidivi. Lo ricorda Vittorio Sgarbi in un’intervista a leonardo.it: “Un caso simile è avvenuto a Firenze qualche mese fa, ad ottobre, per la visita del principe ereditario degli Emirati Arabi a Palazzo Strozzi. In quell’occasione venne fatta coprire la statua del fauno nudo di Jeff Koons”.

E vi invito anche a un’altra riflessione: tutto questo accade il 26 gennaio. Il giorno prima della celebrazione della Memoria. Ricordiamo gli scempi della storia contemporanea e nascondiamo l’arte, cancellando, se pur per qualche ora, la nostra di memoria! Mi sembra un’ottima prospettiva! Davvero ottima!

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Francesca Scognamiglio Petino
Immagino la comunicazione come una donna affascinante e intrigante. Sguardo sicuro e deciso. Una donna che ama le sfide e ama vincerle!

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