CALCIO ITALIANO. Quarto in classifica dopo Spagna, Inghilterra, Germania

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Fino a qualche anno fa, quando si parlava di calcio, la serie A italiana era ritenuta tra i migliori campionati del mondo, sia per forza che competitività.

Dal 2012, il nostro calcio è entrato in una profonda crisi. Lo si può notare dalla classifica redatta dall’Istituto di Storia e Statistica del Calcio (IFFHS), che ha assegnato alla massima serie nostrana solo la quarta posizione. Il podio è composto dalla Liga spagnola, dalla Premier League Inglese e dalla Budensliga tedesca.

I motivi di questa crisi sono vari. Il primo dall’invasione di talenti (o pseudo tali) provenienti da altri paesi e continenti; il secondo è rappresentato dalla crisi economica della nostra società e del mondo del calcio in generale.

Il campionato italiano ha il più elevato tasso di giocatori extracomunitari (ben il 54%). Più precisamente, in tutta la serie A, sono tesserati 308 giocatori stranieri. Il primato è della Fiorentina con 26 extracomunitari, seguita dall’Inter con 22. Il Sassuolo si trova all’ultimo posto con 3 giocatori stranieri in tutta la rosa.

Inoltre è un campionato con un’età media tra gli atleti molto elevata, ovvero superiore ai 25 anni.

La crisi economica sicuramente non aiuta. Ha, infatti, provocato nel 2014 un calo degli spettatori preoccupante, legati a un deficit di circa 50 mila abbonamenti in meno .

Andare allo stadio è diventata una spesa che non tutti si possono permettere considerato che i prezzi sono relativamente alti rispetto al servizio offerto, per l’inadeguatezza delle strutture e l’assenza di sicurezza.

Ovviamente, la crisi economica ha colpito anche le società di calcio. Alcune costrette al fallimento come il Siena. Altre al cambio di proprietà come la Sampdoria, l’Inter, la Roma e il Parma.

Oggi le società non puntano più sulle giovani promesse, ma appena possono vendono. Non a caso, alla fine del campionato spesso il capocannoniere vola all’estero, come è successo con Cavani e di recente con Immobile.

Nel calcio di oggi non ci sono più “bandiere” come Totti, Del Piero, Cannavaro, Di Natale, Ribery, Maldini, Messi, Raul, ma molti giocatori pensano principalmente al fattore economico. Cambiando casacca con disinvoltura, magari indossando quella della stessa città, ma su sponde opposte, come mai sarebbe potuto accadere in passato. Un’inversione di tendenza appare improbabile, e così l’Italia rischia di diventare terra di conquista degli sceicchi, impegnati ad acquistare squadra ma con una propensione per il campionato inglese. Chi salverà il calcio italiano? Ammesso che ciò accada, difficilmente l’eroe è da ricercare in casa.

Ludovica Parodi

Ludovica Parodi
Posso accettare di fallire, chiunque fallisce in qualcosa. Ma io non posso accettare di non tentare. (Michael Jordan)

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