IN MORTE DI GLENN FREY. Addio al co-fondatore degli Eagles, che era di Detroit ma sognava la California

Glenn Lewis Frey è mancato l’altro ieri all’età di 67 anni, stroncato da una combinazione di mali e dalle conseguenze di un intervento all’intestino. Il rock perde così un altro mito in pochi giorni: Frey era infatti soprattutto il co-fondatore degli Eagles, la band del country rock cristallino di “Desperado”, di “On The Boarder” e “One of these Nights”. E naturalmente di “Hotel California”, la title track e l’omonimo album del 1977 (30 milioni di copie vendute), colonna sonora di un passaggio epocale, inno patinato al tramonto del sogno californiano dei figli dei fiori, della quale Frey scrisse le parole del testo.
Nato e cresciuto nella Detroit della musica nera, della Motown, degli Stooges e degli Mc5, Frey sognava l’industria losangelina, che raggiunse alla fine degli anni ’60: qui, durante una registrazione per Linda Ronstadt, Frey incontra quelli che sono destinati a costituire con lui il nucleo originario degli Eagles: il co-fondatore Don Henley, cantante e batterista, il bassista Randy Meisner e il tastierista Bernie Leadon. Nota per essere stata una delle band più inquiete della storia del rock, gli Eagles rifiutarono la tradizionale e verticale leadership di un unico frontman: cambiano le voci soliste a seconda dei brani, cambia la firma sotto i brani a seconda delle dinamiche creative, dentro un inedito sogno di orizzontalità.

Glenn Frey (CNN)
La line up della band cambia una prima volta: Leadon e Meisner lasciano rispettivamente subito prima e subito dopo “Hotel California”, al loro posto arrivano Joe Walsh, Timothy B. Schmidt e Don Felder che insieme a Glenn Frey e Don Henley firma proprio”Hotel California”. La band si scoglie definitivamente nel 1980, lasciando Frey alla carriera solista, che ha inizio coi brani per le colonne sonore di “Beverly Hills Cop”, (il brano era “The Heat Is On”), e con quella da attore, coi cameo in “Miami Vice” e “Jerry Maguire”. ”Eravamo come una famiglia e come in tutte le famiglie ci sono stati dei problemi – ha scritto Henley – Ma il legame che abbiamo stretto 45 anni fa non si è mai interrotto, neanche dopo i 14 anni di pausa degli Eagles.
Incrociare il cammino con Glenn Frey nel 1970 ha cambiato la mia vita per sempre. Sarà strano andare avanti in un mondo senza di lui. Ma ogni giorno sarò grato di averlo avuto nella mia vita. Riposa in pace, fratello mio. Hai fatto quello per cui ti eri messo in viaggio. E anche di più”.

Eagles (Getty Images)

“È con il cuore pesante che annunciamo la morte del nostro compagno e fondatore degli Eagles Glenn Frey, a New York City il 18 gennaio 2016″, si legge invece sul website ufficiale. “Glenn ha combattuto una coraggiosa battaglia nelle ultime settimane, ma purtroppo non ce l’ha fatta”, spiega il sito parlando di complicazioni mediche legate a un’artrite reumatoide e una polmonite. “La famiglia Frey ringrazia tutti quelli che sono stati accanto a Frey, e che hanno sperato e pregato per la sua guarigione”.
Infine, ancora sul sito ufficiale della band, si è scelto di salutare il co-fondatore degli Eagles con le parole di ”It’s Your World Now”,scritta dallo stesso Frey e da Jack Tempchin. Dan Henley del senso del testo dice che è quello di “essere parte di qualcosa di buono, e lasciarsi qualcosa di buono alle spalle”.

Rosa Criscitiello
Uno spettacolo si può preparare in un mese. Improvvisare, invece, richiede una vita. (Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido, 2009).

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