SICUREZZA IN AULA. Una polemica destinata a continuare

pauradolore

Spesso sotto travolte dalle critiche per fatti di casta, ora le Università sono finite sotto i riflettori per qualcosa di molto diverso, nulla che abbia a che fare con il vizietto molto italiano di piazzare figli, mogli e amanti, no, stavolta l’unica aspetto al quale si guarda è la sicurezza. I dubbi e le domande arrivano sulla scia della drammatica fine di Gaetano Piccirillo, stroncato da un infarto durante un esame ad ingegneria. Senza voler puntare il dito, accusare nessuno, viene da chiedersi se quel giovane si sarebbe potuto salvare. Se nella struttura ci fosse stato un defibrillatore automatico, se ci fosse stato qualcuno in grado di intervenire con prontezza, sarebbe cambiato qualcosa? Impossibile dirlo, ma è certo che in luoghi tanto frequentati servirebbero dei defibrillatori. Magari nel caso di Piccirillo non sarebbe cambiato nulla, ma almeno ora non saremmo qui a domandarcelo. Ecco perché oggi si parla di una legge che possa mettere ordine in questo caos, stabilire delle regole certe. E non si dica che non ci sono i soldi, basta cercare su Google per scoprire che il costo medio di questi apparecchi è di 900 o 1000 euro. Una spesa non certo proibitiva. Trattandosi poi di macchinari di ultima generazione, ideati per essere impiegati da personale non sanitario, è evidente che non servirà una laurea per farli funzionare. Un breve corso di formazione e si è pronti ad intervenire, e a volte questo è sufficiente a salvare una vita.

Raffaele Nespoli

Raffaele Nespoli
Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)