OK AL DECRETO SCUOLA. Pioggia di milioni per l’istruzione o le solite “quattro gocce”?

Ma è proprio ver che con la cultura non si mangia? Ok, la citazione è datata ma quanto mai attuale visto il recente ok  del Consiglio dei Ministri al decreto scuola. Un timido cambio di rotta che fa ben sperare per il futuro, fosse solo per il fatto che la speranza, almeno quella, è l’ultima a morire. E allora, ecco le dichiarazioni trionfali sulla pioggia di milioni in arrivo per nutrire la fame di sapere delle giovani menti del Bel Paese.  «Quattrocento milioni di euro, il valore complessivo dell’operazione – come ha spiegato il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza – che verrà coperto, prevalentemente dall’accisa sugli alcolici». Quattrocento milioni di euro? Già. Ma come quattrocento milioni? E le parole trionfali? Il desiderio di investire sui giovani che sono il nostro futuro? Ok, in tempi di crisi non è che si può stare troppo a fare i pignoli. Ma se per le auto blu si è speso nel 2012 un miliardo di euro, quattrocento milioni non sono un po’ pochini? Certo, le auto blu mandano avanti i politici, ma la scuola manderebbe avanti il Paese. E allora non sarebbe meglio invertire? Perché non spendere un miliardo per la scuola e l’istruzione e quattrocento milioni per le auto blu? Sarebbe una splendida occasione per avere studenti capaci di imporsi nel mondo del lavoro e una classe politica più in forma. In fin dei conti ci guadagnerebbero tutti. Ok, va bene, lasciamo perdere le provocazioni. E’ chiaro che non si può generalizzare, ma al di là degli scherzi non si può che essere preoccupati in un Paese che invece di costruire un serio rilancio dell’economia resta immobile. Una nazione che avrebbe tutte le ragioni per puntare sulla cultura, sull’istruzione e sulla formazione e che invece svilisce le giovani menti al punto da costringerle a scappare all’estero. Forse se orientassimo diversamente le risorse scopriremmo che con la cultura si mangia, e anche bene.

Raffaele Nespoli

Raffaele Nespoli
Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)

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