#MFW. Lorenzo de Caro ci racconta la “sua” settimana della moda

Dopo sei giorni di eventi, sfilate super attese, un numero impressionante di party e after show, con l’immancabile carrellata di Vip, la Milano Fashion Week è ufficialmente terminata. La capitale della moda italiana passa il testimone alla magica Parigi, dopo aver assistito alle presentazioni ufficiali, da Prada a Moschino, da Fendi a Max Mara, da Dolce & Gabbana a Jil Sander, fino ad Armani. Ad un evento così seguito e importante non potevano mancare i fashion blogger, quelli che, alla loro prima comparsa alla settimana internazionale, hanno tanto fatto storcere il naso alle “ticchettine” del Diavolo veste Prada. Già, perché in un mondo dove la comunicazione è sempre più fluida e dove il web 2.0 è uno degli strumenti più importanti per lanciare tendenze, gli hashtag divulgano rapidi e la storia col senno di poi, sembrava già scritta. Non poteva andare diversamente.
Lorenzo de Caro, fashion blogger napoletano, alla settimana milanese della moda c’è stato e ce la racconta così.

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Com’è stata la MFW quest’anno?
Questa #mfw è stata abbastanza frenetica, ma sono riuscito a godermela tutta. Tra foto di street-style e front row alle sfilate più ambite e gettonate di tutte, che come sempre iniziano una a ridosso dell’altra. Per fortuna sono stato portato in giro dalla nuovissima Kia Soul, un gioiello della meccanica completamente elettrico che non inquina l’ambiente. Spero me la concedano anche per la prossima stagione. Ho in animo di seguire New York e Parigi.

 Quale stilista ti ha particolarmente colpito?
I risultati di questa fashion week sono stati decisamente buoni, in particolare ho preferito Cavalli perché dopo Donatella Versace, anche l’arrivo di Peter Dundas nella maison segna il termine dell’idea dell’abito a sirena, sogno di tutte le principesse del mondo, oggi buttato nel cassetto dagli stilisti che fino a ieri lo mettevano prima in passerella e poi sui tappeti rossi.
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Raccontaci dei party, della loro esclusività.
I party esplodono in questa settimana. Si alternano alle passerelle e devi avere un’ottima lucidità e un’agenda curata per essere dove vorresti… oltre che l’invito, of course. Io sono andato solo a quello di Givenchy, il più bello in assoluto. Ho seguito bene i ritmi delle sfilate (non è semplice alzarsi la mattina alle 6:45 e rientrare oltre le 20 dopo una giornata intera di show), molto meno (e male) i party. Mi è dispiaciuto non presenziare alla cena esclusiva dell’Amfar e a quella di Disaronno insieme con Cavalli. In questo caso, il mio viaggio milanese si è intrecciato anche con impegni di lavoro. Quella sera ho dormito a Como. Il giorno dopo avevo uno shooting dalle 6 del mattino in poi lì sul lago.

 Esiste il party più bello. Ma c’è anche quello che fa meno gola secondo te?
Il party dove oramai c’è la qualunque purtroppo è quello di Philipp Plein e mi dispiace dirlo perché anni fa era tra i più esclusivi e gettonati. Sono due stagioni che ho deciso di declinare l’invito per questo motivo
photo credits Valentina Frugiuele
Valentina Pagliuca
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