MEDICINA. Ancora polemiche per il quizzettone
Ogni anno lo stesso assalto, ogni anno le stesse polemiche. Anzi, se possibile, stavolta se ne sono aggiunte delle altre. Parliamo dei test di ammissione per le facoltà di Medicina e Chirurgia o di Odontoiatria, corsi che sembrano richiamare gli studenti così come il miele richiama le api. Stavolta si sono presentati in 7.800 per contendersi appena 1.100 banchi, e come al solito è stato il delirio. Figuriamoci se in “palio” ci fosse un contratto di lavoro… Niente del genere, quella arrivata nelle aule di Monte Sant’Angelo è una marea umana che, una volta superati i quiz, dovrà affrontare una decina d’anni di esami e specializzazioni. Se non è passione questa. Il problema è che agli aspiranti medici basta un pallino messo al posto sbagliato per veder sfumare il sogno, magari avrebbe senso valutare anche il curriculum di un candidato prima di dargli il ben servito. Risultato? Gli unici ad essere contenti di questa situazione sono i “talent scout” delle costose università “internazionali”; ad attendere i candidati all’uscita dal quiz c’era infatti uno stuolo di omuncoli muniti di biglietti da visita e pronti ad offrire una soluzione alle frustrazioni dei ragazzi. Il meccanismo è semplice, ti iscrivi all’università straniera, dove non c’è nessun limite di posti, e una volta laureato il tuo titolo è equiparato a quello degli altri. Semplice, ma non certo economico.
Raffaele Nespoli