FECONDAZIONE ASSISTITA. Usciamo dal Medioevo, a colpi di sentenze

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Ci sono voluti dieci anni, ma alla fine la Corte Costituzionale ha eliminato un altro paletto dalla spinosa questione della fecondazione assistita. La legge 40, approvata tra feroci polemiche nel 2004, prevedeva un percorso a ostacoli per tutte le coppie che non riuscivano ad avere figli; ostacoli che la politica non ha mai rimosso e che invece sono stati abbattuti, uno per uno, a colpi di sentenze. Quella della scorsa settimana, che riguarda l’incostituzionalità del divieto di fecondazione eterologa, ci riavvicina (almeno su questo tema) agli altri paesi dell’Unione  Europea. Naturalmente la sentenza della scorsa settimana non è passata sotto silenzio, e le voci di protesta si sono levate da più parti. C’è chi ha parlato di follia, chi si è schierato a tutela dei diritti del neonato e chi ha pensato bene di mettere tutto in un calderone: fecondazione assistita, nozze gay e unioni di fatto. Ma sì, tutte cose immonde. Che schifo! Tutti pronti a sparare sentenze, tutti moralisti. Poi nessuno si scandalizza per le baby prostitute o per i festini a luci rosse dei politici, magari anche con minorenni e spese dei contribuenti. In quel caso sono tutti garantisti; e chi invece resta basito, anche oltre confine, viene accusato di essere bigotto, magari invidioso. Ah, poveri noi. Forse prima di dare fiato alla bocca sarebbe meglio iniziare a contare fino a dieci; anzi, fino a diecimila.

Raffaele Nespoli

Raffaele Nespoli
Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)

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