CYBERBULLISMO. Verso un codice di autoregolamentazione

Close up of a woman using laptop computer with web cam

Finalmente qualcosa si muove. Non molto a dire il vero, ma di questi tempi e considerato il tema è già qualcosa. Parliamo di Cyberbullismo, un fenomeno tanto grave da portare alcuni adolescenti alla disperazione, a volte addirittura al suicidio. E già, in un mondo virtuale si può colpire anche così, tramite una chat, un social network, e le conseguenze di queste persecuzioni possono essere estreme. Ecco perché l’idea che ci si stia muovendo per la creazione di un codice di autoregolamentazione in materia, di cui è stata approvata la prima bozza, deve essere accolta con entusiasmo. Certo, raggiungere l’obiettivo non sarà facile. Lo sa bene il viceministro dello Sviluppo economico, Antonio Catricalà, che la scorsa settimana ha presieduto il tavolo che vede partecipare ministero, Agcom, polizia postale e delle comunicazioni, Autorità per la privacy e Garante per l’ infanzia, oltre a rappresentanti di associazioni come Confindustria digitale e Assoprovider insieme a operatori del settore come Google e Microsoft. Alla fine, se il processo di autoregolamentazione avrà successo, per le centinaia di migliaia di ragazzini che frequentano la rete ci sarà una garanzia in più. Forse l’unica, visto che troppo spesso il mondo virtuale è scevro da ogni regola. Intanto. proprio Catricalà ha voluto esprimere «soddisfazione per la collaborazione ricevuta non solo dalle Istituzioni ma anche dagli operatori della Rete su un tema così delicato e rilevante per la vita dei nostri giovani e giovanissimi». Collaborazione che è anche il modo migliore per onorare la memoria di quei ragazzi che, disperati, si sono lasciati andare a gesti estremi.

Raffaele Nespoli

Raffaele Nespoli
Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)

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