SCIABICA. Una rete digitale da voce ai migranti

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Una piattaforma digitale, un sito internet per non farla troppo complicata, che raccoglie le testimonianze di migranti scampati alla morte, ma non all’orrore. Si chiama “sciabica”, che in arabo significa “rete da pesca”, una rete per far conoscere le migliaia di storie che si nascono dietro i naufragi. Oltre le immagini di un tg, dove spesso si intravedono corpi nascosti da lenzuola. «… Dopo ore di navigazione due barche di notte sono apparse – scrive Zerit sul portale - una ci ha  navigato intorno, a 20 metri di distanza. E così noi, in 500, a denti stretti, nella notte più nera abbiamo sorriso. Era come se il buio fosse già finito perché avevamo smesso di avere paura. Siamo salvi, abbiamo urlato. Torneranno indietro a prenderci, ho detto a Samuel. Il mare lo vedrò di nuovo dalla terraferma, ho pensato. Dopo più di un’ora abbiamo capito che nessuno ci avrebbe salvato. A un miglio dalla costa di Lampedusa abbiamo bruciato una coperta per farci vedere. Era come accendere una candela nel baratro. Una luce nel niente. Ma non c’era alternativa. La coperta ha preso fuoco e ci siamo spaventati. Ci siamo spostati tutti su un lato solo e così è colata a picco. Chi di noi era ancora vivo ha cominciato a nuotare. Non si può piangere acqua nell’acqua. Dopo 3 ore di bracciate mi sono voltato e ho visto che mio fratello che dietro ansimava. Quando mi sono voltato mi ha detto vai, Zerit. Vai avanti, tocca terra, chiama casa. Ha detto Bye, Zerit. E io che stavo per svenire in mare, che non sono stato capace di nuotare per due, ho pensato che sarebbe stato terribile per mia madre perdere due figli in una notte sola. E ho lasciato mio fratello. Gli ho detto bye, Samuel. Io, Zerit, sono vivo perché mio fratello è morto». Il portale è stato ideato dal Centro di ricerca sulla comunicazione (Fabrica) fondato nel 1994. Un esempio concreto di come Internet possa essere il “non luogo” ideale per cercare di cancellare i preconcetti ed eliminare le differenze. Se anche i nostri politici visitassero il portale forse potrebbero avere un’idea più ampia su come affrontare la questione. Magari alcuni di loro avrebbero anche posizioni più moderate. Non cambierebbero le leggi, ma almeno avrebbero una maggior consapevolezza.

Raffaele Nespoli

Raffaele Nespoli
Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)

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