MUSICA 2 // GIGI FINIZIO TORNA A NAPOLI CON “’O FFANNO SULO ’E FEMMENE”. Il cantautore partenopeo presenta il suo viaggio nella cultura napoletana di ogni tempo.

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Gigi Finizio ci ha dato appuntamento martedì 1 luglio alle 18 presso il chiostro di San Domenico Maggiore di Napoli, gioiello di origini duecentesche conservato nel cuore del Centro Antico e restituito alla città da meno di un anno, dopo un capillare restauro: e nella splendida Sala del Capitolo, che si prepara ad ospitare le Macchine di Leonardo da Vinci, il musicista ha presentato al pubblico “’O ffanno sulo ’e femmene”, il progetto di musi-cultura col quale Finizio torna al napoletano, che per l’Unesco è, dal 2012, ufficialmente lingua e patrimonio inter-territoriale da salvaguardare.

Insieme col cantante, a raccontare la sua lungimirante scelta di scoperta della complessità delle radici, l’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli Nino Daniele e il giornalista e critico musicale Federico Vacalebre, che si fa guida dentro un viaggio di bastimenti che partono, voci che echeggiano e ricordano, emozioni individuali che sono già il dna di un popolo e di una cultura. Ed è intanto già possibile ascoltare, sul canale Youtube di Finizio, il singolo “’O ffanno sulo ’e femmene”, scritto con Vincenzo D’Agostino e arrangiato con Luca Esposito. Un omaggio d’altri tempi alle donne di Napoli e alla forza delle donne tutte, “’O ffanno sulo ’e femmene”, ma la musica è una lettura limpida e quasi “nuda” della tradizione partenopea, con l’intenso mandolino di Paolo del Vecchio che accompagna il canto di Gigi, il quale interpreta il brano con la perizia delle voci della musica popolare e la consapevolezza di chi ha conosciuto i palchi del grande pop nazionale.

A tal proposito parla con pregnanza di “restitutio” Nino Daniele: l’assessore alla cultura della giunta di De Magistris si appassiona dell’operazione di Finizio, che considera doveroso e tuttavia innovativo omaggio alle origini, le quali vale sempre la pena provare a vivificare; e Gigi le vivifica, per l’appunto, e live, nella sala del Capitolo, spendendosi in una magistrale esecuzione ancora una volta “nuda”, quel “pianneforte e voce” che non da scampo alle ugole di fortuna, di “Santa Lucia Luntana”, capolavoro del ’19 scritto da E.A. Mario, a cui fa seguire in medley (e al pianoforte di Luca Esposito si aggiungono le percussioni di Gabriele Borrelli) “Voglio sapè”, da “Per averti”, trentesimo album della prolifica carriera di Finizio, pubblicato nel 2005. Non è affatto in soggezione all’idea di cambiare pelle, Finizio, che affronta la musica classica, per via della sua preparazione musicale “di scuola”, ma pure del progetto di dividere la sua ricerca con le orchestre del mondo, e così il pop, la prestigiosa dimensione autoriale e, infine, i classici napoletani, la cui esecuzione lo trova di opinione severa, quasi radicale. Via i barocchismi, dunque, via le fioriture sovrapposte per colmare lacune, la canzone napoletana è comunicazione e rappresentazione, il paradigma in note è lì e va ritrovato in quanto tale. A completare il quadro il bel canto, che nasce qui per finire nell’opera italiana e nelle bocche dei tenori di tutto il mondo; e soprattutto la lingua, tanto musicale da essere addirittura il centro della canzone dentro la terra che ha inventato la canzone.

Oltre a “’O ffanno sulo ’e femmene”, altri doni stanno tuttavia per giungere alla città da parte di Gigi: munito di telecamera, il cantautore ha iniziato da qualche giorno un tour nei luoghi simbolo di Napoli. I tre castelli (Maschio Angioino, Castel Sant’Elmo e Castel dell’Ovo, e Napoli è l’unica ad averne tanti) e piazza del Plebiscito, chiese sconsacrate e vicoli che sono storia, quando non arte, a cielo aperto: Finizio li racconta, naturalmente, in lingua napoletana, per poi diffondere le video-pillole sul suo canale Youtube e sulla fanpage ufficiale www.facebook.com/www.gigifinizio.it. Non aspettatevi racconti oleografici ed indulgenti, tuttavia: Gigi non lesina la critica, e la canzonatura buona, alla città alla quale torna a dire il suo onesto grazie, ad offrire la sua “restitutio”, per l’appunto.

Rosa Criscitiello

Rosa Criscitiello
Uno spettacolo si può preparare in un mese. Improvvisare, invece, richiede una vita. (Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido, 2009).

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