KUKAI. Ambasciata giapponese in miniatura a Napoli
Lola Forbest, in occasione di uno shooting e di un glam cocktail al Teatro San Carlo, per una linea jewel artistica, ha scoperto Kukai e si è perdutamente innamorata dei suoi sapori, delle sue atmosfere e dei suoi maccha keki, i dolcetti di ricotta e tè verde in crosta di cioccolato fondente.
Kukai Sushi Restaurant. Ma anche solo semplicemente Kukai. Perché più che un ristorante, questa realtà, con Monica e Massimiliano Neri, è diventata un’ambasciata giapponese in miniatura che oggi compie dieci anni. Dieci anni di diffusione della cultura nipponica con epicentro nei Quartieri Spagnoli di Napoli, che i tratti somatici e i colori di chi ci vive raccontano come luogo crocevia di diverse culture. I fratelli neri qui sono diventati ambasciatori del Giappone nel segno dell’innovazione, avvicinando decine di migliaia di napoletani, adulti e bambini, al sushi, di cui non conoscevano il sapore, cambiando le loro abitudini alimentari. E, oggi, quei bambini tornano al Kukai Sushi Restaurant con le loro fidanzate.
È un punto di riferimento della cultura giapponese nel Meridione, con i fratelli Neri, per metà napoletani e per metà nipponici, con una vita in città e viaggi frequenti in Giappone, di cui sentono e vivono la cultura e la filosofia e ne parlano la lingua.
E, ancora, loro stati i primi a portare a Napoli un concetto di ristorazione dove l’estetica, dal design al packaging, conta quanto il sapore. Due estati fa, ancora innovazione con il Kukai Capri: i primi a far arrivare la ristorazione giapponese, con il sushi take away, sull’isola azzurra.
Il sorriso di Monica e Massimiliano è il segreto del loro successo. Incontrarli e parlare con loro anche solo un’ora ti riempie l’anima. Non potevano non girare con Gloss e in Gloss. Non potevano essere fuori da una storia che oggi trova nuova vita nelle illustrazioni di Rosa e Carlotta Crepax. Perché chiunque arriva al Kukai e vive davvero quell’atmosfera ne diventa ambasciatore spontaneo. E oggi, i social permettono di diffondere messaggi e pensieri a una velocità incredibile.
Personaggi celebri del mondo del cinema, dell’arte, della cultura, del teatro non solo hanno scelto Kukai come dimora e luogo di riferimento quando sono in città ma ne sono diventati ambasciatori spontanei attraverso foto e post pubblicati sulle loro pagine Facebook e copiosi tweets. Qui ci sono stati, apprezzandone e amandone l’atmosfera, l’accoglienza e la professionalità di chi ci lavora, eccellenze assolute internazionali dell’arte come Robert Wilson, Dante Ferretti, Roberto Bolle, del mondo del cinema come i registi Abel Ferrara, Ferzan Opzetek e gli attori Rupert Everett, Mariangela Melato, Valeria Golino, Lina Sastri, della moda come Valentino Garavani, Claudia Schiffer e Mario Testino, della musica come Mario Biondi. Del sushi Kukai se ne sono innamorati, nel corso degli anni anche i nostri calciatori, da Fabio e Paolo Cannavaro a Gonzalo Higuain. E nel 2005, in occasione di un suo concerto all’Arena Flegrea, Sting chiese il sushi Kukai in camerino.
Sono belli Monica e Massimiliano Neri e hanno di bello soprattutto la voglia di fare sempre e per gli altri. Creando un link costante Napoli-Giappone/Giappone-Napoli.
Una pagina importante della storia di Kukai è dedicata all’Unicef. Fuori e dentro le mura di uno spazio in cui ci sono l’anima, il modo di pensare, di sentire, di amare di Monica e Massimiliano Neri. I calendari “Nudi e crudi” (2009), “ORIacolORI” (2010), “Shodō” (2011), lavori che portano la firma del fotografo Sergio Goglia e le preziose prefazioni dell’attrice napoletana Luisa Ranieri e del celebre artista/regista Robert Willson, si sono rivelati vere e proprie opere d’arte di cui sono state anche realizzate gigantografie battute all’asta dalla giornalista Serena Albano per la costruzione di scuole destinate ad accogliere bambini vittime di abusi e violenze nel Sud Est asiatico. Le gigantografie sono state offerte dai fratelli Neri anche per un evento ospitato al Palazzo delle Arti di Napoli PAN, dove il ricavato è stato interamente devoluto alla croce rossa giapponese e ai bambini vittime dello tsunami.
Pier Paolo Petino