IL SERGENTE SARRI METTE IN RIGA IL NAPOLI. A Dimaro si suda e si sogna una stagione da protagonisti
Il calcio d’estate è buono solo per sognare. E così il sergente Sarri al termine della prima uscita stagionale del suo Napoli si affretta a dire: “E’ stato solo un allenamento, facciamo ancora le cose in maniera blanda, ci manca velocità… ma a questo punto non posso chiedere altro, va bene così”. La vittoria per 8-0 sui dilettanti dell’Anaune con una tripletta di Insigne (“vediamo se quando saremo più impegnati dal punto di vista difensivo sarà capace anche di darci una mano” dice serrando la mascella l’allenatore), due gol di Mertens, altrettanti di Gabbiadini e uno di Bifulco, nella sera in cui l’Inter si misura con il Bayern Monaco e la Roma con il Manchester City non può che far sorridere. Così come il clima da sagra di paese che ruota intorno al ritiro del Napoli. Squadra e club sono ripiombati nella dimensione provinciale dalla quale faticosamente stava provando a uscire. Non che questo debba essere necessariamente un problema, si tratta solo di ritrovarsi a immaginare un ruolo da coprotagonista in un campionato in cui almeno 4/5 squadre sembrano già più attrezzate.
Aurelio de Laurentiis, tornato in ritiro giusto in tempo per firmare in contratto di Allan e salutare Zapata, pare muoversi a proprio agio come un regista consumato di una recita a soggetto che incanta solo i malati di calcio. Eppure, in questo Napoli improvvisamente operaio (nella mentalità, s’intende) si scorge un tratto che rischia di diventare un additivo fondamentale: la fame del nuovo allenatore e la voglia di riscatto di alcuni dei suoi uomini migliori. Se Reina, Hamsik, Callejon e Higuain, senza contare Mertes e Insigne, avranno la voglia giusta, questo Napoli rischia di partire a fari spenti ma di occupare rapidamente la corsia di sorpasso. Il dettame tattico è chiaro, la maniacalità di Sarri una curiosità tutta da scoprire, i carichi di lavoro da marines (che hanno già stonato proprio il portiere spagnolo e il capitano slovacco) promettono di dare alla squadra una enorme fisicità.
Queste caratteristiche, che normalmente si attribuiscono ad una squadra che deve fare della battaglia il suo credo, se troveranno l’alchimia giusta con la qualità tecnica e la classe di alcuni interpreti, potranno far sognare. Per ora i motore è imballato, le gambe pure e le promesse sono tante. Si attende il Pipita in ritiro e un altro paio di colpi di mercato, poi sarà subito campionato. E a quel punto sarà tutta un’altra storia.
Pier Paolo Petino