CIRO ESPOSITO. Da Scampia una lezione di dignità per il Paese

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Cori, striscioni, lacrime. E’ l’ultimo saluto che Napoli ha voluto tributare a Ciro Esposito; un ragazzo qualunque, morto per essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Morto per seguire la passione di una vita, il Napoli; schiacciato dalla violenza di chi, vigliaccamente, gli ha sparato alle spalle. Partito per Roma con la speranza di veder trionfare i suoi idoli, Ciro Esposito è rientrato nella sua città in una bara. Non prima di aver lottato, di aver giocato sino all’ultimo momento la partita più importante. La camera ardente è rimasta aperta tutta la notte e a centinaia, a tutte le ore, hanno portato il proprio saluto ai familiari seduti accanto al feretro. Una solidarietà testimoniata da decine e decine di corone di fiori inviate da altre tifoserie, segno della compattezza del mondo ultras di fronte alla tragedia. Del resto, a Napoli, per tributare a Ciro Esposito l’ultimo saluto, sono arrivate rappresentanze di gruppi ultras da Genoa Ancona, Catania e Palermo e dal Nord Italia. In tutto questo, suonano come offese alla città le parole e i commenti postati sui social da chi per la morte di un ragazzo ha addirittura esultato. Ha ragione chi ha descritto Antonella Leardi, come “il nuovo volto di Scampia”. La mamma di Ciro Esposito ha realmente mostrato all’Italia dignità e compostezza nell’affrontare una delle settimane più difficili della sua vita. Lei ha dichiarato di aver perdonato chi ha sparato a Ciro, ha chiesto a tutti i tifosi di evitare ogni forma di violenza e con rispetto, e fermezza, ha chiesto alle istituzioni che venga fatta giustizia al più presto. (ph. ANSA.IT)

Raffaele Nespoli

Raffaele Nespoli
Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)

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