Libreria gremita per “Le piume degli angeli scemi”

libroAlle 18:00 di ieri sera mercoledì 27 gennaio è stato presentato a Napoli presso la libreria Ubik di via Benedetto Croce, il primo libro che inaugura la collana Senza pantone, edito da Iemme Edizioni, “Le piume degli angeli scemi”, prima opera del giornalista Gianni Valentino; 28 poemetti accompagnati da una coda musicale come fosse un “jukebook”– suddivisi nelle sezioni Seduzione, Tormento, Devozione, Identità, e corredati da 9 illustrazioni di Tonia Peluso e con una prefazione firmata dal cantautore folk/rock Francesco di Bella. Gianni Valentino è nato a Napoli nel 1975 e vive tuttora nella pancia del Mediterraneo. Scrive di musica / cinema / teatro / arte / costume per il quotidiano la Repubblica, le altre testate del Gruppo L’Espresso e il settimanale Pagina99 e dice solo i peccati, essendo un peccatore. L’autore spiega che il titolo è stato ispirato da una performance con vento, miele e piume di Leo Bassi – clown, acrobata, attore, mimo originario di New York (ma che ha come origini un mix tra Belgio, Italia e Spagna), tenutasi a Castel Sant’Elmo nell’estate del 2001, che lo lasciò di stucco e sospeso tra la realtà terrena e quella immateriale, facendolo sentire “scemo”, nell’accezione di “perso nelle cose”; da quel momento decise che semmai un giorno avesse scritto un libro, l’avrebbe sicuramente intitolato così… detto fatto (dopo 15 anni). La voglia di vivere e poi raccontarsi è forte e si sente, la voglia di vivere non emozione dopo emozione , ma emozione dentro emozione, scrivendo, come vive, viaggiando, conoscendo, camminando, in compagnia occasionale o in solitaria, ma comunque nel suo stile, quello vissuto. Ventotto poemetti tirati fuori dai suoi quaderni, scremando da decine e decine di manoscritti che lo hanno accompagnato in venti anni di “appunti, idee segnate per non dimenticare, annotazioni più o meno importanti”; da questo nasce Le Piume degli angeli scemi, effettuando un lungo screening degli appunti autobiografici di strada di Gianni. Anche le illustrazioni, ci spiega l’autore, non sono una semplice dotazione del libro, ma un elemento che non era materialmente presente nei suoi appunti ma poi magicamente comparse, per completare in maniera minuziosa e sensibile, ogni sillaba scritta, in totale comunione; qualcosa che matura e completa. Il processo di scrittura intrapreso per questo lavoro, viene descritto da Valentino, come una rielaborazione di cose scritte su quaderni, che poi nel tempo hanno preso forma, come un cantautore può scrivere la bozza di una canzone e poi lasciarla li nel cassetto per anni, poi arriva il momento di riprendere quella canzone, ”metterci mano”, aggiungere cose, maturare pensieri sui propri scritti. Ci racconta del pudore nel sottoporre le sue scritture al cantautore Francesco di Bella, che invece ha apprezzato e contribuito alla stesura con una sua intro pregna di sentimento.
Negli appunti si possono riconoscere situazioni e luoghi, voci e anime, magari nelle tantissime notti partenopee trascorse nei club underground del centro storico, sul lungo mare, nelle grandi discoteche, nei teatri, nei vicoli e nelle viscere di questa dannata città. Se ne intravedono le muse ispiratrici nei suoi poemetti, le tante donne che si sono incrociate, e l’autoironia dell’autore nell’abbinare i titoli dei pezzi dal jukebox della sua vita ai vari momenti su carta.

LEPIUMEDEGLIANGELISCEMI

Dal mio osservatorio privilegiato che è Edicola Funaro, avendo modo di leggere tantissimi giornalisti, riconosco in lui e nella sua scrittura passione e sapere, curiosità e fame di vivere, per come recensisce un concerto, un disco, uno spettacolo o pone corroboranti domande e lo considero una delle penne migliori per lo spettacolo e la cultura, ma in questa nuova veste mi ha sorpreso. Un Gianni Valentino diverso da come siamo abituati a conoscerlo e riconoscerlo dai suoi pezzi come autore, testimone e cronista della realtà culturale quotidiana, dalle pagine dei giornali per i quali collabora, impeccabile presenzialista, nel senso buono, della vita cittadina; un Gianni che si spoglia non senza mostrare segnali di insofferenza, del ruolo di giornalista, che è evidente gli stia stretto, non fosse altro che per quelle piccole cose che puoi sentire come violenze, quali possono essere la rettifica di un verbo, di una forma, di una virgola, di un punto, prima della messa in stampa di un tuo scritto. Influenzato dai poeti . Whitman, Pessoa, Majakovskij, Baudelaire, Brodskij, Kavafis, ma soprattutto dal cinema di John Cassavetes, Ernst Lubitsch, Stanley Kubrick, Francesco Rosi, dalla pittura di Schiele, Rothko, Twombly e Klimt e dalla fotografia di Rodchenko, Schoeller, McCurry, si lascia condizionare dalla musica come stato d’animo che gli permette una comprensione ed un abbandono del suo vissuto, esprimendosi con la forza della poesia. Un Gianni Valentino che abbandona per un attimo “il mestiere” e decide di “vivere”, aprire quella parte più intima che lo accompagna da sempre, e ricomporre le sue tante pagine, assecondando la sua “parte scema”.

Roberto Funaro
Che cos'è il Genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione. Perché quando si scherza bisogna essere seri. (il Melandri)

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