FACEBOOK. Dal Bangladesh arrivano i professionisti del “Like” e intanto Mister Zuc annuncia l’arrivo del tasto “Non mi piace”

Il “like” è virtuale ma il suo valore è assolutamente reale. E a quanto pare in Bangladesh c’è una vera e propria fabbrica che vede a lavoro un esercito di professionisti dell’ormai celebre “mi piace” di Facebook. Il costo? Una quindicina di dollari per un migliaio di “like”. Niente male. L’unico inconveniente è che in questo modo fior di professionisti, pagati per analizzare i gusti degli internauti grazie a complesse analisi di mercato, ora non sanno più che pesci prendere. Ad esempio, se una pagina Facebook dedicata al benessere psicologico delle zucche raggiunge migliaia di “like” significa che è arrivato il momento di parlare di più con i nostri ortaggi? O semplicemente che dall’altro capo del mondo una schiera di giovani sottopagati è incessantemente a lavoro per far crescere l’autostima della nostra amata verdura? Un bel problema. Facile immaginare che il nuovo business non abbia fatto piacere a Mark Zuckerberg, che non ama certo condividere le proprie fortune con gli ultimi venuti. E poi l’“operazione like” mina la credibilità di un mercato estremamente redditizio. La sensazione è che presto possa arrivare una dura reazione dai vertici del social network. Tralasciando le disgrazie del “povero” Zuckerberg c’è poi una questione che sta mandando in fibrillazione milioni di utenti in tutto il mondo. A breve potrebbe arrivare anche il tasto “non mi piace”. Stando ad alcune indiscrezioni raccolte dal network Usa AbcNews la nuova funzionalità potrebbe essere testata nel giro di un paio di mesi. Finalmente, al cospetto di mielosi post o discutibili foto saremo liberi di reagire con una valanga di “dislike”. Poeti e fotografi dell’ultim’ora, siete avvisati!

Raffaele Nespoli

Raffaele Nespoli
Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)

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