CICCIO MEROLLA E IL SUO “‘O BONGO” CON UN BOOM DI VISUALIZZAZIONI IN POCHE ORE. Ritmo e provocazione firmati Manetti Bros & d’Avascio

Succedeva pure a Mozart, Ciccio. Voglio dire, abbiamo tutti davanti agli occhi le prime sequenze di “Amadeus” di Milos Forman, nell’ambito delle quali non è infrequente scorgere un bimbo di non più di cinque anni, al quale tutti chiedono continuamente di suonare qualcosa; in quel caso lì, però, il talentuoso minore veniva, più o meno coercitivamente, piazzato dietro la spinetta da papà Leopold, perché era molto giovane, e perché la spinetta non è altrettanto trasportabile che i bonghi, soprattutto da un bambino di cinque anni. Ma, dettagli a parte, Ciccio, la sua storia mi ricorda da vicino la tua, quella che ti chiedono sempre di portare i bonghi e suonare, quella che racconti, anzi canti, anzi ritmi nel nuovo singolo ‘O Bongo (Jesce Sole). Perché siete entrambi molto bravi, tu e Wolfie Mozart, e così noialtri non possiamo fare a meno di trovare irresistibile la prospettiva di ascoltarvi ancora; anzi, siete bravi come lo sono i bambini prodigio di tutte le età, che sono notoriamente nati per fare nient’altro che quello che fanno. Deve aver pensato una cosa del genere (ma anche no) il team formato da Manetti Bros & Claudio d’Avascio, che si è incaricato di firmare concept e regia del clip che accompagna ‘O Bongo, un rutilante frullato di sequenze tra le cui righe il polizziottesco incontra la commedia sexy in salsa hip hop meticcio, e dove non manca la citazione al video virale (milioni di visualizzazioni tra Giappone, Russia, Cina e Messico, e la curiosità della stampa estera) con l’esperimento musicale in cui Merolla “le da di santa ragione” all’attrice Ornella Varchetta, eseguendo di fatto un assolo sul suo corpo (Ornella, però, sembra divertirsi, e noi non notiamo ecchimosi, e così il rischio d’accuse di sessismo, o peggio, è decisamente scongiurato…).

Ciccio Merolla ritratto

Nel video di Manetti e d’Avascio, Ciccio suona certamente i bonghi e la Varchetta, ma pure la pasta per le pizze e la cucchiarella di cucina, palesemente in omaggio al genio percussivo, paradossale e irriverente, di Gegè Di Giacomo; ma soprattutto, i bonghi suonano la colonna sonora per un paio di caldissime sequenze di amplessi (e che furbata “politically correct” la prima di queste, ma non vi sveliamo di più…), in omaggio all’assioma che sesso è ritmo, e poi non resta che verificare chi mette il sesso e chi il ritmo…qui https://www.youtube.com/watch?v=-FefpuUbCcg e https://www.facebook.com/cicciomerollaofficial/videos/10153105685093409/?pnref=story. Il sound del brano è un trascinante napulegno mezzosangue, frutto dell’incontro col dj, beatmaker e rapper statunitense di origini portoricane Tony Touch, conosciuto grazie alla mediazione di Alberto Polo Cretara, fondatore e componente dello storico gruppo “La Famiglia”, che vive a New York come Touch, il quale ascolta ‘O Bongo, se ne innamora e decide di farne una versione remix, dando al brano originale un respiro internazionale, potenziato dal bell’intervento reggaeton di Marcello Coleman da Bruxelles. Abbiamo detto tutto? Chi scrive, per il momento, si. Ma a Ciccio chiederei ancora…

Ciccio, l’operazione intorno a ‘O Bongo è anche la storia di un doppio incrocio di talenti: quello coi Manetti e d’Avascio e quello, musicale, con Tony Touch. Ti va di svelarci qualche retroscena di questo doppio sodalizio?

Con i Manetti Bros c’è una bellissima amicizia che ci lega,  nata da una reciproca stima artistica ancora prima di conoscerci. Di Claudio D’Avascio avevo sempre sentito parlare benissimo ma non ci eravamo mai conosciuti.  Appena ci siamo guardati negli occhi ci siamo capiti subito. E’ un grande artista e un grande professionista.  Chi non conosce Tony Touch , è il re! Adesso ti racconto come ‘O bongo è volato a New York senza prendere l’aereo.   Sono molto amico di Alberto Polo (La Famiglia) fin dai tempi di “Odissea” dove nel video suono un mio djembe’ con un bellissimo disegno di Shaone impresso sulla pelle. Polo vive ormai da anni a N.Y. e ci sentiamo spesso, dopo avergli mandato il pezzo per avere un suo parere, lui mi disse che sarebbe stato bello farci mettere la mani da Tony Touch. Ovviamente ho subito pensato ad uno scherzo e invece il risultato è quello che sentite nel brano.

La dimensione più appagante e lo stereotipo più frequente che il percussionista sperimentano? Cosa significa per te essere napoletano e percussionista?

Napoli è per me un tesoro inestimabile di suoni, ritmi ed emozioni. È la capitale della contaminazione. Chi viene a Napoli dopo pochissimo tempo diventa napoletano. Ha il potere di coinvolgerti abbracciarti e farti emozionare nel bene e nel male.  Da percussionista riproduco, con i miei tamburi e con i suoni che raccolgo, i ritmi di questa città, il modo di parlare e muoversi della gente, il mare e il Vesuvio che osserva. E così che nascono nuovi suoni , dallo studio,  dalla ricerca e dall’osservazione.

Come è nato il viral con la Varchetta? Cosa vi aspettavate e come vi ha trovati il feedback che avete poi raccolto?

Da un po’ di tempo mi frullava per la testa un esperimento sonoro sul corpo umano e l’occasione si è presentata proprio sul set di ’O Bongo. Ho chiesto a Claudio D’Avascio di fare una ripresa mentre suonavo su Ornella. Appena ho visto il filmato ho avuto l’intuizione di caricarlo sul facebook, un po’ per regalare al mio pubblico un simpatico omaggio in attesa del video, ma anche per la curiosità di conoscere l’opinione della gente. Sapevo che avrebbe suscitato movimento ma non mi aspettavo di arrivare a quasi 25 milioni di visualizzazioni. C’è stato un tam tam mediatico velocissimo, commenti in tutte le lingue, addirittura su Le Figaro parlano di me. Sono felicemente stupito.

E infine Ciccio, e non me ne volere, una curiosità personale: ti sei divertito, nel clip, a suonare per quei due (…capisce a me!)?

Mi sono divertito molto perché hanno capito subito il senso della canzone. La cosa che mi ha divertito di più è che i due “all’opera” (!) erano distratti proprio dal ritmo della canzone. Andando a tempo con il pezzo che stavo suonando, dimenticavano puntualmente quello che invece avrebbero dovuto interpretare!  Ovviamente sto scherzando, Ciro Petrone è un grande attore, l’ho ammirato fin dai periodi di Gomorra, poi abbiamo avuto l’occasione di lavorare insieme e  di diventare amici in Pascià, il musical con la regia di Gaetano Liguori.

Rosa Criscitiello

Rosa Criscitiello
Uno spettacolo si può preparare in un mese. Improvvisare, invece, richiede una vita. (Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido, 2009).

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