“A NOI CI PIACEVA IL BLUES” DI ANTONIO TRICOMI E GIORGIO VERDELLI. Un viaggio nella città attraverso la musica

“In queste pagine troverete qualcosa che vi farà capire come siete arrivati dove siete adesso, che strade avete percorso e perché”. Maurizio de Giovanni “A noi ci piaceva il blues… ovvero tutte le strade portano a Menphis” (Reality Book editore) di Antonio Tricomi e Giorgio Verdelli è un libro dove la musica è protagonista. Quella ascoltata, canticchiata, masticata e vissuta dai due autori, amici e compagni di scuola nella Napoli degli anni ‘70.
“L’idea è di Verdelli – spiega il giornalista, Antonio Tricomi – Mi ha invitato a raccontare insieme gli anni della nostra adolescenza, segnati dalla passione per la musica. Per dare anche l’idea di come la musica possa cambiare la vita nel profondo. E anche per rievocare, dal nostro punto di vista, gli ultimi 40 anni di vita della nostra città e del nostro mondo”. Dalla tragica scomparsa di Pino Daniele, riavvolgendo il nastro della memoria, Tricomi e Verdelli cominciano un racconto fatto di aneddoti e storie personali che spesso vanno ad intrecciarsi con epocali eventi cittadini: dal terremoto del 1980 al concerto dei Rolling Stones al San Paolo nell’82 sino alla morte di Troisi nel 1994. Il volume, come uno scrigno prezioso, racchiude anche voci di personaggi veri e inventati. “Tutti veri – precisa Verdelli – tranne Bob il nostro mentore che è la somma dei caratteri di nostri comuni amici scomparsi che abbiamo voluto ricordare  diciamo alla Grande Freddo…”.

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Ma cos’era la musica per i giovani napoletani degli anni ’70 e quale la differenza con la musica del nuovo millennio?
“Negli anni ’70, ma già a partire dagli anni ’50, la musica aveva un valore identitario molto forte. Non ci si limitava ad ascoltarla, la si viveva: permeava tutti gli aspetti della nostra vita. Il nuovo millennio noi lo viviamo da uomini maturi, non da ragazzi che devono scoprire il mondo, dunque ovviamente l’atteggiamento è diverso. Ma la musica ispirata, di qualità ci sarà sempre. Come ci sarà sempre la roba scandente” – risponde Tricomi mentre Verdelli aggiunge - Beh credo che il nostro libro sia la risposta più giusta. La musica per noi era un valore assoluto non solo dal punto di vista ludico ma anche come voglia di capire e di cambiare il mondo. .sono tuttora convinto che il Rock il Blues ed il Jazz siano stati molto più rivoluzionari di tanta politica che poi ha rinnegato se stessa”.
“A noi ci piaceva il blues” contiene molte foto inedite ma anche il prezioso contributo di artisti come Enzo Avitabile, Enzo Decaro, Tony Esposito, Peppe Lanzetta e molti altri.”Ognuno porta la propria storia che è incastrata con quella degli altri. La formula è quella del racconto a più voci che uso per la mia serie di Unici su Rai2. Decaro racconta il momento in cui la Smorfia provava in un centro culturale a San Giorgio a Cremano, mentre di Lanzetta abbiamo ripreso una sorta di ode ad Alvin Lee per il Marechiaro Blues Festival ed Avitabile ricorda appunto quel duetto di cui c’è una splendida fotografia di Teta Pitteri”, spiega Giorgio Verdelli – “Per non far torto a nessuno bisognerebbe elencarli tutti. Ma vanno sicuramente citati la prefazione di Maurizio de Giovanni e il testo di Patrizio Trampetti”, aggiunge Tricomi. Oggi, Antonio Tricomi è un giornalista professionista e lavora come vice-caposervizio per la redazione napoletana del quotidiano La Repubblica mentre Giorgio Verdelli un autore televisivo RAI eppure chiudendo gli occhi c’è sicuramente il motivo di un pezzo che li catapulta dritti negli anni ’70: “Dipende dalla giornata. A me capita di ascoltare ancora spesso Stairway to Heaven dei Led Zeppelin, per esempio, o Tangled Up in Blue di Bob Dylan. Ma non sono grandi pezzi degli anni ’70. Sono grandi pezzi e basta” dice Tricomi mentre Verdelli risponde – Certamente Un giorno credi di Edoardo Bennato oppure Aqualong dei Jethro Tull, Campagna di Napoli Centrale, qualcosa dei Genesis o dei Led Zeppelin…ma potrei continuare per pagine”.

A noi ci piaceva il blues
Antonio Tricomi & Giorgio Verdelli
Reality Book
250 pagine
13 euro

Enrica Buongiorno
Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!

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