“TOUCHING STRANGERS. Le fotografie di Richard Renaldi che avvicinano le persone

Toccarsi, abbracciarsi, stringersi, anche se si è estranei. È il desiderio o la paura inconfessata di tutti? Dimentichi di un contatto umano, più reale che artificiale, siamo affascinati dall’intimità, anche tra perfetti sconosciuti. Richard Renaldi, fotografo americano, l’ha capito e ha strutturato un lavoro che parla proprio di questo. “Touching strangers”, ovvero “toccare estranei”, mostra persone che non si sono mai viste, mentre interagiscono fisicamente in maniera più o meno espansiva.

Per mesi Renaldi ha fermato la gente di New York in strada, al parco, al supermarket o dal parrucchiere, e gli ha chiesto di mettersi in posa abbracciati. Vicini abbastanza da lasciar supporre un legame di familiarità. A prima vista infatti le immagini non dicono più di un qualunque ritratto di coppia o di parenti. Ad un secondo sguardo comincia ad insinuarsi il sospetto che ci sia qualcosa di strano, inusitato, che si nasconde tra le pieghe della foto. È però il sapere che si tratta di sconosciuti a rendere la cosa davvero interessante, a dare, per così dire, il vero “apple” all’intero progetto.

È lo stesso concetto che sta dietro al boom scatenato dalla recente trovata pubblicitaria del “bacio tra estranei”, che evidenzia non solo un prurigine di facile intendimento, ma anche un desiderio di prossimità con l’altro. Un abbattimento di barriere universali e sociali. “Touching strangers” provoca un gradevolissimo spiazzamento, ricercato e sottolineato dal furbo fotografo, anche grazie all’accostamento di persone molto differenti tra loro, vuoi per età, per etnia, per personalità. Un melting pot che vuole far riflettere sulle amicizie virtuali di Facebook e sugli effetti isolamento e diffidenza che ne derivano.

Che il tema sia “caro” a questa era geologica è stato subito chiaro dall’enorme successo di “Touching Strangers” sulla piattaforma di crowdfunding, dove è stato interamente finanziato al di là di ogni più rosea aspettativa e superando di moltissimo la richiesta di partenza di budget. Per il lancio del libro la Fondazione Aperture di New York ha organizzato presso la sua galleria, una mostra che partirà ad aprile e promette di richiamare fiumi di persone.

Tutti attirati dalla stessa fame di vicinanza e sete di tenerezza. Bisogni fisiologici di chiunque che in un’epoca di internettiani, di mondi social che ci rendono sempre più asociali, di estrema individualità, mettiamo da parte.

Per poi sentirne l’impellente mancanza.

Giuliana Calomino

 

Giuliana Calomino
La vita di ogni uomo è una via verso se stesso, il tentativo di una via, l'accenno di un sentiero. (da Demian di Hermann Hesse).

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