STAZIONI DELL’ARTE. Meno corse, più tempo per visitarle

Comunità e territori

La stampa estera è affascinata dalle nostre metropolitane, e il “nostre” vuole significare naturalmente quelle di Napoli. Di recente la Cnn ha stilato addirittura una classifica che vede in testa la fermata di via Toledo, riconosciuta come “la più bella d’Europa”. A seguire, rispettivamente, la stazione di Westfriedhof,  (Monaco) e quella di Komsomolskaya (Mosca). Viene allora da chiedersi se quella del Comune di Napoli non sia una strategia dedicata ai turisti: lasciare una mezz’oretta tra un treno e l’altro per consentire a tutti di godere delle meraviglie artistiche realizzate in prossimità delle banchine. Si può fare il biglietto e poi sedersi a contemplare una scultura, o magari qualche mosaico. E pensare che ci sono pendolari che si lamentano. Popolo di ingrati! Ironia a parte, le stazioni sono meravigliose, ma resta qualche dubbio sull’opportunità di realizzarle a Napoli, dove i cittadini – pendolari vivono ormai un vero e proprio psicodramma dramma della mobilità. Si poteva ad esempio partire da piccoli traguardi, come avere orari prestabiliti per le corse, e puntare pian piano sempre più in alto. Ma noi a Napoli siamo così, pensiamo in grande. Basta vedere cosa non si è fatto per realizzare le ormai celebri regate di Coppa America. Villaggi velici, Ztl a Go go e chi più ne ha più ne metta. Peccato che poi, finite le sfide, non sia rimasto molto. Anche i grandi incassi dei commercianti in quei giorni non pare che siano stati poi tanto stratosferici. Ma questa è un’altra storia. Ora abbiamo le metro più belle d’Europa. Speriamo che per visitarle non sia necessario arrivarci in taxi.

Raffaele Nespoli

Raffaele Nespoli
Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)