SARRI A EMPOLI SCOPRE (PER CASO) IL 4-3-3. Pareggio 2-2 al “Castellani” e finale con modulo diverso che finalmente convince

Una cosa è cambiare 40 formazioni in un campionato perché sai perfettamente cosa vuoi dalla tua squadra, un’altra è cambiare gli uomini in campo perché non riesci a trovare una soluzione ai pensieri che si affollano e si accavallano. Il Napoli che pareggia al “Castellani” 2-2 contro l’Empoli, inizia imbalsamato, imbrigliato dalle cervellotiche soluzioni di Sarri ma finisce in crescendo perché, un po’ per caso ma anche per forza, cambia modulo e finalmente approda a un 4-3-3 che è l’unica soluzione possibile per riuscire a dare una quadratura ad una squadra altrimenti condannata a non avere alcun ruolo in questo campionato.

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La meraviglia del pareggio di Insigne e il primo gol di Allan, replicano alle reti di Saponara e Pucciarelli, consentono agli azzurri di tornare a casa con un punto ma mascherano (non troppo, a dire il vero) le difficoltà di una difesa che, a mio modesto avviso, patisce il modulo e la mancanza di una guida autoritaria più che essere vittima di carenze individuali… che pure ci sono.

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Dalle prime tre gare ufficiali di campionato, le uniche dalla quali si può trarre qualche indicazione interessante visto che il precampionato è stato buttato ad affrontare comparse, emerge quanto segue: Gabbiadini (un fenomeno) non può convivere con Higuain (altro fenomeno), almeno nel 3-4-1-2 di Sarri. E’ un problema di educazione calcistica, di disponibilità a rivedere i propri movimenti, ma anche di feeling emozionale. Sarebbe giusto provarlo, qualora l’allenatore se ne convincesse, nel 4-3-3 indifferentemente a destra, sinistra o al centro (meglio ancora se si riuscisse a far variare la posizione ai due). Valdifiori non ha lo spessore per essere il cervello del centrocampo azzurro (Jorginho men che meno), perché non dare ad Hamsik questo compito? Ma la perplessità più grande riguarda l’allenatore, che proprio alla vigilia della gara con l’Empoli si è lasciato andare a dichiarazioni che hanno fatto saltare dalla sedia anche i più appassionati dei tifosi azzurri. Una su tutte: “Tra tre anni saremo come l’Empoli”. Il battaglione degli opinionisti schierati con la proprietà azzurra si compatta al grido “lasciatelo lavorare”. I tifosi, con l’ironia che li contraddistingue, aggiungono “in un’altra città”.

 

Pier Paolo Petino
Mi emoziona l'impresa sportiva, l'uomo che supera i propri limiti e vince. Lo sport come metafora della vita, raccontarlo è la mia passione.

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