PRISMA HUMAN RIGHTS PHOTO CONTEST. A Venezia la prima edizione

Il Prisma human rights photo contest è un concorso fotografico dedicato al tema dei diritti umani, al quale possono partecipare professionisti, amatori e artisti. Lanciato in occasione della Biennale di Venezia, il Prisma nasce come evento promosso dal Global Campus of Master’s Programmes and Diplomas in Human Rights, un centro interuniversitario europeo che studia e monitora le problematiche legate al rispetto dei diritti umani.

Le immagini vincitrici della prima edizione del contest saranno in mostra al monastero di San Nicolò, al Lido di Venezia, dall’11 settembre al 22 ottobre 2015. Accanto ai venti finalisti, l’esposizione presenta una selezione dei lavori della fotografa azera Rena Effendi, invitata come special guest photographer. Dal primo reportage in cui ha documentato le ricadute ambientali delle attività petrolifere tra la Georgia e la Turchia, alle immagini del suo secondo libro Liquid land, che ha come tema l’inquinamento a Baku, in Azerbaigian. Parte fondamentale dell’esposizione è il suo lavoro Zones of Silence, in riferimento alla “zona del silencio” in Messico, una striscia di terra impenetrabile, “al buio” da ogni segnale radio. Una metafora per documentare vite vissute, esperienze di abusi e violazione dei diritti, in aree del mondo uscite fuori dal “radar” dei media e diventate per questo “silenziose”, come i campi di rifugiati dopo la guerra fra Russia e Georgia (2006), le riserve dei nativi americani in North Dakota, le donne vittime della violenza perpetrata dal Lord’s Resistance Army, in Congo.

Accanto alla mostra, si svolgeranno una serie di tavole rotonde e dibattiti sul rapporto tra arte e diritti, sulla necessità dell’arte di farsi mezzo per la difesa dei diritti, e sul ruolo dirompente della creatività nella battaglia per la libertà, come ci hanno recentemente insegnato i giovani della “Primavera araba”.

Piera Boccacciaro
Piera Boccacciaro
Cosa conosciamo? Cioè cosa siamo sicuri di conoscere, o sicuri che conosciamo di aver conosciuto, se pure è conoscibile? Mio Dio, è già così difficile non perdersi a Chinatown...