NON SI VIVE DI SOLO SPREAD

SPREAD-BUND-BTP-TOTALE-1024x687

Lo SPREAD: il tormento di tutti gli italiani. Lo spread esiste da sempre, ma solo negli ultimi  anni è di gran moda. Eh sì, la moda. L’Italiano è da sempre attento alla moda, e lo è talmente tanto, che la segue in ogni campo: nella musica, nei programmi TV, nella letteratura, nel cinema, nel cibo e non ultima, in finanza. Agli inizi della mia attività, vi parlo del lontano 1995, la cultura media finanziaria in Italia è piuttosto scarsa, essendo gli italiani fedeli al Dio BOT. Dopo pochi anni, alla fine degli anni ’90, ecco l’avvento di internet, del trading on line, delle “dot com”, la new economy, il Nasdaq, il Nuovo Mercato.

Ecco che, improvvisamente, il risparmiatore italiano rinnega la sua fede nel BOT e diventa un esperto trader di azioni e derivati. Passa dallo strumento meno rischioso allora esistente, il titolo di stato a breve termine, a quello più rischioso: le azioni. E poiché l’Italiano la moda la segue bene, non si accontenta di comprare FIAT o Generali, ma inizia a trattare, con disinvoltura da fare invidia agli addetti ai lavori, i titoli dai nomi più esotici ed improbabili possibili. Era scoppiata una nuova tendenza ma, questa volta, molto pericolosa. Dopo quasi un anno di follia e di titoli di aziende potenzialmente nuove Microsoft, ma in realtà con uffici di 2 stanze bagno e cucina, ecco che accade l’inesorabile, ed il fin troppo scontato: il crollo.

Cosa fa il nostro esperto trader? Vende cercando di recuperare almeno il capitale investito? Tutt’altro: aspetta, perché tanto poi risale. “Anzi – pensa - quasi quasi ne compro un altro po’, perché sono furbo e mi hanno detto che un titolo quando scende è un’opportunità. Quasi quasi prendo la liquidazione di papà e la investo (mai termine è meno adeguato in questo caso), in uno a caso dei titoli che ieri mettevano il 20% al giorno e adesso, invece, lo perdono”.

E’ vero che quando i prezzi scendono si creano ottime opportunità di acquisto, ma se parliamo di titoli o di strumenti finanziari veri, non di bufale. E quelle erano bufale. La discesa vertiginosa procede incessante e il titolo che il nostro furbo trader aveva comprato a €200, e ricomprato a €100, adesso vale €20 (nel migliore dei casi). Il nostro trader, stremato, vende, si fa per dire, quelle azioni che pensava potessero farlo vivere di rendita e che invece adesso valgono poco più di qualche rotolo di carta igienica. Resta fermo, immobile, non vuole più sentir parlare di azioni, obbligazioni o qualsiasi altro strumento.

Poi viene il 2001, le Twin Towers, la cui tragedia non fa altro che accelerare un crollo già in corso da qualche mese, e i mercati azionari conoscono un periodo di crisi nera. Il nostro esperto trader a questo punto cosa fa? Legge, ascolta la radio, guarda la TV, e aspetta. Fino a quando viene folgorato sulla via di Damasco, come San Paolo. Basta azioni,  adesso vado sul sicuro, seguo la nuova moda, perché sono furbo, e cosa faccio? Compro una bella CASA. Il mattone è sicuro, non perde mai di valore, anzi è in incremento costante. Talmente costante che il nostro trader si trasforma in latifondista e acquista, per investimento, un fantastico appartamentino di 50mq, magari al piano terra, per la sensazionale somma di €500.000.

Un vero affare. Sappiamo tutti quanto valga adesso quell’appartamento e, soprattutto, quanto renda: il 2% all’anno. Evitate le mode. Sempre. (ph. intermarketandmore.com)

Dario Viviani

 

Dario Viviani
I mercati "toro" nascono dal pessimismo, crescono con lo scetticismo, maturano nell'ottimismo e muoiono sull'euforia. Il periodo di massimo pessimismo è il migliore per comprare, e il periodo di massimo ottimismo è il migliore per vendere. (Sir John Templeton > Fondatore di Franklin Templeton Investments).

Articoli Correlati