MUSEO ANATOMICO DI NAPOLI. In mostra anche reperti del Seicento e Settecento

Il Museo Anatomico della Seconda Università di Napoli riapre i battenti. Dopo anni, viene messo a disposizione dei cittadini uno dei siti museali più importanti al mondo, in via Luciano Armanni, presso il Complesso di Santa Patrizia della SUN. Napoli si sa, è una delle città più antiche al mondo, nella sua storia non sono mancati riconoscimenti di tipo monumentale e paesaggistico. In ambito medico non gli è stato dato il giusto rilievo, ma oggi può riscattarsi e far conoscere a livello internazionale la straordinaria bellezza e completezza del Museo.

Museo Anatomico di Napoli1

La storia di questo archivio è abbastanza travagliata, durante la Seconda guerra mondiale, venne chiuso e riaperto solo nel 1997 grazie a diversi lavori di riqualificazione e catalogazione ad opera di Vincenzo Mezzogiorno e Vincenzo Esposito. Alla fine dei lavori però il museo venne messo a disposizione ad uso esclusivo dei tecnici e degli studenti. Oggi la Seconda Università di Napoli ha deciso che delle collezioni così importanti, non possono essere tenute nascoste alla popolazione, creando di conseguenza il MUSA (Museo Universitario delle Scienze e delle Arti).

Al suo interno, molti reperti importanti, alcuni del Seicento e Settecento. Tra cui nella sezione di anatomia è conservato un omero preparato dal grande anatomista Andrea Vesalio nel cinquecento. I visitatori potranno ammirare i reperti custoditi nelle teche illuminate grazie al prezioso contributo della professoressa Adriana Oliva.

Museo Anatomico di Napoli

Il primo cittadino Luigi de Magistris non ha potuto far a meno che appoggiare questa iniziativa: “Penso sia un giorno importante per la città di Napoli, perché si affida alla nostra comunità e a tutti coloro che vogliono visitare Napoli, un luogo che è ricco di storia, la storia della medicina della nostra città, ricca anche di misteri, di sapere, di conoscenza”. “Noi dobbiamo avere sempre il coraggio, la forza e la determinazione, anche con pochissime risorse umane ed economiche, ad aprire i luoghi della nostra città, perché solo chi conosce apprezza”.  Probabilmente tra le intenzioni, c’è quella di far entrare il MUSA nel circuito del Maggio dei Monumenti, in modo tale, che questo complesso entri a far parte definitivamente dei musei visitabili a Napoli. A questo punto la domanda sorge spontanea: “Questa nuova iniziativa può essere considerata anch’essa come simbolo di rinascita della città?” Ebbene sì, Napoli sta dimostrando, come una città, che fino a poco tempo fa era devastata e maltrattata, possa trovare una nuova luce, una luce fatta di speranza e conoscenza. Questo è un sole nuovo, un sole che illuminerà al meglio la nostra terra.

 

Mariarosa D'Alessandro
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