KOREA. Le ragazze del sogno interrotto

Julia Fullerton-Batten è una giovane fotografa tedesca che viene dal settore pubblicitario. Prima e unica donna selezionata per la realizzazione del calendario Campari 2015, si è fatta notare per l’originale capacità di visual-storytelling. In particolare, il suo lavoro a metà tra fotografia concettuale e di moda, ricrea ambientazioni inverosimili dal gusto minimal, con una luce perfettamente controllata che utilizza la tecnica dello still-life per ottenere effetti paradossali e far risaltare dettagli irreali.

In esposizione all’Auditorium della Conciliazione di Roma, “Korea” è un progetto nato nel 2013 con l’obiettivo di illustrare gli aspetti tradizionali del paese contrapposti agli scenari dell’architettura moderna. Fullerton-Batten fa così emergere le contraddizioni di un paese in cui democrazia, autoritarismo ed economia selvaggia si mescolano, e lo fa scegliendo un punto di vista femminile. Il corpo della donna costituisce infatti un simbolico terreno di scontro in una società divisa fra tradizione e modernità.

Sullo sfondo di luoghi anonimi e senza identità vediamo eteree “composizioni femminili” (quasi sempre modelle non professioniste) avvolte nel tradizionale abito coreano,  l’Hanbok, e colte in azioni sospese nel tempo, che raccontano la vita e le abitudini quotidiane in Corea del Sud, come la cerimonia del tè e lo sport del badminton. I tessuti preziosi dai colori sgargianti vestono quelle che sembrano bambole di ceramica immobilizzate come in un incantesimo, che cercano la via d’uscita da un sogno che in realtà è un incubo cristallizzato nella raffinata imperturbabilità orientale. Il set fotografico, costruito come per una campagna di comunicazione di un brand, mette in scena immagini di grande potenza drammaturgica che raccontano un disagio esistenziale e una frattura insanabile fra il soggetto e l’ambiente in cui è calato.

 

Dal 28 Maggio al 10 settembre

Dal Lunedi alla Domenica

dalle ore 10:00 alle ore 18:00

INGRESSO LIBERO

www.visionarea.org

 

 

Piera Boccacciaro

 

Piera Boccacciaro
Cosa conosciamo? Cioè cosa siamo sicuri di conoscere, o sicuri che conosciamo di aver conosciuto, se pure è conoscibile? Mio Dio, è già così difficile non perdersi a Chinatown...

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