IL CATTIVO RAGAZZO MARIO. Piace tanto ai tifosi azzurri e fa arrabbiare i benpensanti

Cattivi si nasce e buoni non si può diventare. Se hai dentro il mostro che ti rode hai  voglia a vestirti bene e a frequentare quelli migliori di te… resterai sempre come sei! Ce lo ricorda, ogni volta che apre la bocca, twitta o passeggia su Facebook, quel ragazzone nero che l’Italia vuole a tutti costi fare diventare un suo simbolo. Mario è un cattivo ragazzo, è così, non diventerà mai buono. Non serve ricordare il suo presunto tour a Scampia, basta rileggere la sua carriera. Ma Balotelli, oltre ad essere vittima di se stesso, oltre a sentirsi ingabbiato in un modello a cui non vuole assomigliare, è anche schiacciato da una società benpensante e ipocrita a intermittenza. Mario che fa l’occhiolino ai boss e qualcuno che lo vuole simbolo anticamorra. Lui non ci sta, compie cioè un atto di libertà e di verità scrivendo sul suo profilo twitter “questo lo dite voi”. Ci sarebbe di che apprezzarlo, e invece ecco gli strali giungere da ogni parte. Oggi la giornalista anticamorra Rosaria Capacchione, attorniata dagli uomini della sua scorta, ha tuonato: “Balotelli è un imbecille”. Un prete anticamorra, Don Aniello Manganiello, si è chiesto se fosse ancora giusto convocare Balotelli in Nazionale. Prandelli, preso tra due fuochi, non commenta. E Mario va a fare il torello in campo, sul prato del “San Paolo”, con i compagni che lo sfottono e un fotografo a bordo campo che sentenzia: “Mai come adesso stann facenn o scemo mmiezo”. Mario è così, andrebbe protetto e possibilmente non interrogato. Non vuole essere un simbolo, eppure i ragazzi lo adorano. Più sembra tonto e fuori luogo e più i tifosi e le tifose (i più giovani, s’intende) si spellano le mani per lui. Il Ct dice di non riuscire ad immaginare un Mondiale senza Balotelli. Ma che ne pensano i giocatori della Nazionale che hanno sale in zucca? Fanno buon viso a cattivo gioco consapevoli che in Italia l’ipocrisia è il condimento di ogni ragionamento e che, hai visto mai, azzecca il tiro da 30 metri che ti fa vincere la Coppa del Mondo.

Pier Paolo Petino

Pier Paolo Petino
Mi emoziona l'impresa sportiva, l'uomo che supera i propri limiti e vince. Lo sport come metafora della vita, raccontarlo è la mia passione.

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