HIGUAIN, ALBIOL, MAGGIO E ZUNIGA NON CE LA FANNO. Con il Livorno un Napoli incerottato

Più del Livorno, giunto alla stazione centrale in un “Freccia Rossa” carico di tifosi del Napoli, preoccupa l’infermeria azzurra dove i letti iniziano a scarseggiare. Non convocati per la partita di domani a causa di infortuni di vario genere Maggio, Higuain, Albiol e Zuniga. Una situazione alla quale da anni non si era abituati perché nell’era Mazzarri (uno dei segreti di quel Napoli) erano tutti sempre abili ed arruolabili. Ma Benitez ci scherza su, sorride e gigioneggia in sala stampa, provando a dribblare la curiosità dei cronisti (“mai risposto a tante domande di tattica quando allenavo in Inghilterra”, ma qua siamo un’altra cosa verrebbe da dire…) e offre tre nomi per un posto da prima punta: Callejon, Pandev e Duvan. Chi gioca? Rafa fa il simpatico e non lo dice, a me viene da pensare che cambia poco, il problema è che manca el Pipita; in attesa che Hamsik esca dal letargo l’unico in grado di fare la differenza, di dare al Napoli l’accelerata letale. Se poi si vuole far passare l’ipotesi che Duvan (Zapata è il cognome, ma non gli piace essere chiamato così) possa essere il sostituto di Higuain si rasenta il ridicolo, ora che siamo in avvio di stagione, può rappresentare un grosso problema più avanti. In difesa si rivedrà il capitano, accanto a lui Britos, notizie che mettono una certa agitazione in chi scrive. Non per Paolo che, ribadisco, merita di giocare, ma per il lungagnone mancino, affetto da amnesie calcistiche, capace di addormentarsi nei momenti topici di di affondare la barca in mezzo al mare. Si rivedrà un altro rimandato, ovvero Armero: la rima non è voluta, una bella prova al contrario sarebbe auspicata. La squadra di Nicola ha 8 punti, gli stessi di Milan e Torino, ha iniziato bene il campionato, non è un avversario comodo. Ma il Sassuolo insegna, con i ragazzi di Rafa tutto è possibile, nulla è probabile, molto può accadere. Cenno finale alla maglia di Londra (che mi auguro di rivedere raramente) e ad un maestro di giornalismo: devo a Mimmo Carratelli il piacere di avermi fatto leggere l’attacco più geniale tra tutti i commenti del giorno dopo la sconfitta dell’Arsenal: “Il Napoli era talmente mimetico che in campo non si è proprio visto”.

Pier Paolo Petino

Pier Paolo Petino
Mi emoziona l'impresa sportiva, l'uomo che supera i propri limiti e vince. Lo sport come metafora della vita, raccontarlo è la mia passione.

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