GELO. Una nuova indagine per l’ispettore Lojacono nella Pizzofalcone di Maurizio de Giovanni

maurizio de giovanni

Un duplice omicidio in una Napoli schiaffeggiata dal freddo. Gelo è il nuovo romanzo dello scrittore Maurizio de Giovanni (edizioni Einaudi) che fa parte della serie I Bastardi di Pizzofalcone. Ultima sfida, in ordine di tempo, per l’ispettore Lojacono, Gelo narra dell’omicidio di una ragazza calabrese strangolata nell’appartamento del fratello biologo,  anche lui ucciso. La pista da seguire sembra condurre in due direzioni: quella legata al padre dei due fratelli, ex pregiudicato manesco e al fidanzato geloso della ragazza. Ancora una volta tutto è nelle mani dei poliziotti di Pizzofalcone guidati dal commissario Gigi Palma.

Torna la squadra dei Bastardi di Pizzofalcone. Questa volta il romanzo si intitola Gelo. Perché?

I motivi sono due. Il primo è dovuto al fatto che la vicenda si svolge durante una settimana di insolito, terribile freddo novembrino che travolge la città assiderandola. Il secondo è che il clima si riverbera sui rapporti sociali, allontanando le persone e riflettendo quella solitudine disperata che è tipica delle metropoli contemporanee.

Quale Napoli viene fuori in Gelo?

Una “normale” metropoli mediterranea contemporanea. Forse senza le caratteristiche e le peculiarità che l’hanno resa unica. Però perfettamente calata nella globalità che è il segno, ma anche la condanna, del nostro tempo.

Le cronache sono piene di storie di famiglie “sbagliate” e rapporti malati dove si annidano spesso assassini violenti. Nel suo nuovo romanzo la famiglia è al centro delle indagini di Lojacono. Cosa è diventata oggi la famiglia?

E’ un dato di fatto che oggi la maggior parte dei delitti siano compiuti per mano di persone legate da rapporti affettivi alle vittime. La famiglia, e più in generale la sfera affettiva, è diventato il luogo dove viene a galla la vera personalità, rispetto a un mondo esterno in cui le relazioni sociali sono rigidamente orientate a una serie di stereotipi comportamentali. E’ naturale che con la vera natura vengono a galla i malesseri e i disagi, il terreno di coltura ideale per il delitto.

Il commissariato di Pizzofalcone è composto da una squadra di poliziotti che solo unita raggiunge il proprio obiettivo. Cosa unisce le persone?

Le persone sono unite da una comune esigenza, da un comune obiettivo. I Bastardi lottano per la propria sopravvivenza, ed è una motivazione fortissima che li costringe a lavorare insieme, e a fare del proprio meglio. Nulla come una costrizione mette le persone nella necessità di collaborare.

Sulla copertina del libro c’è uno smart phone rotto. Quanto i nostri rapporti sono ancora “veri” e quanto invece sono divenuti virtuali?

Le relazioni sono sempre più mediate da strumenti elettronici. Questo inevitabilmente le falsa e le orienta, ognuno è diventato poco più che un avatar di se stesso. Ma alla fine bisogna fare i conti con la realtà vera, e più ce ne siamo allontanati più cara pagheremo questa distanza.

A metà ottobre 2015, come lei ha annunciato, vedremo su Raiuno la fiction tratta dal ciclo dei Bastardi?

Il progetto è molto avanzato, e la preparazione delle sceneggiature è in corso. Non saprei dire quando avverrà la messa in onda, che è tutt’altra cosa, ma credo che l’inverno 2015/2016 potrebbe essere il momento in cui vedremo la fiction.

E Il metodo del Coccodrillo sarà un film ambientato a Copenaghen?

Dovrebbe essere una coproduzione danese, e una parte della storia sarà appunto ambientata in quel Paese.

Enrica Buongiorno

 

 

Enrica Buongiorno
Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!

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