CROCETTE E PALLINI. Ecco le lauree “lascia o raddoppia”

Un tempo, e non si deve neanche tornare troppo in dietro con la mente, le maggiori preoccupazioni di uno studente universitario erano legate alla fatidica data d’esame. Istituzioni di diritto romano? Ok, giù con le 1.500 pagine del Guarino per un qualche mese e via così. Oggi i ragazzi che approcciano all’università devono prima di tutto lanciarsi in una specie di quizzettone, sperando di essere presi tra migliaia. E così, intanto, meglio tentare anche qualche altro test d’ammissione o magari iscriversi anche ad un corso che non sia a numero chiuso. Che non si sa mai. Superato il primo scoglio in stile “Lascia o raddoppia” c’è poi da integrarsi nel fantastico sistema formativo dei “crediti”. Per il fatidico “pezzo di carta” non è più importante quello che si sa, bensì quello che si ha. Per laurearsi servono crediti. Certo i crediti formativi a loro volta dovrebbero corrispondere alla formazione di ciascuno. Ma è veramente così? Ormai ogni esame è stato scomposto in tre o quattro parti, che però si è preferito chiamare “moduli”. I ragazzi, dunque, attaccano il sapere un “modulo alla volta”. Quanto più velocemente possibile, perché ovviamente i “moduli” sono diventati una marea. Risultato? Dopo un anno diventa difficile anche solo ricordare il nome degli esami sostenuti, figurarsi il contenuto. Ma in fondo cosa importa, l’importante è acquisire i “crediti” un “modulo” dopo l’altro. Alcuni esami mantengono anche la forma del quizzettone con palline e crocette a go go. Finirà che al posto dei professori serviranno i presentatori, e magari gli studenti diventeranno tutti concorrenti. La speranza è che il premio finale sia bello alto, perché con una formazione a crocette e pallini trovare lavoro sarà sempre più difficile.

Raffaele Nespoli

Raffaele Nespoli
Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)

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