CARO MARTIN PARR, DOVE SEI FINITO? Cronaca della mostra “The Amalfi Coast”.

Prendi un mito della fotografia come Martin Parr, il suo occhio critico, la sua capacità di cogliere le arguzie del quotidiano e il suo stile inconfondibile.

Poi prendi un paesaggio come quello napoletano che mostra continuamente il fianco con i suoi cliché e le sue esagerazioni al limite del ridicolo. Pensi ad un capolavoro.

E invece no. Allo Studio Trisorio (anche commissionario del progetto) a Napoli, dove è esposto l’ultimo lavoro di Parr “The Amalfi Coast”, rimarrete interdetti.

Il fotoreporter britannico viaggia in una Napoli urbana, che si tiene in piedi con il nastro adesivo e lungo tutta la costa del golfo, arrivando fino a Capri, Sorrento, Amalfi e Pompei, tra orde di vacanzieri appollaiati sulla spiaggia, vedute mozzafiato, barchette e teli da mare.

Si muove insomma per tutte le mete e i luoghi simbolo del turismo campano, eppure senza verve.

Ricordate la sottile ironia? Il graffiante umorismo? I feroci paradossi? I particolari orridi del consumismo? Quel flash sparato negli occhi che accentua la crudezza della scena?

Tutto quello che avete amato di Martin Parr, dimenticatelo, perchè non ne rimane che un flebile barlume.

C’è poca cattiveria, poco approfondimento. Come se si fosse tenuto lontano da quei soggetti e li avesse guardati come si osservano dei trichechi da lontano. Troppo affascinato da quel Grand Tour per poterlo pienamente contestare?

Eppure di materiale umano ce n’è in abbondanza. Uomini e donne su cui infierire e posare il proprio sguardo dissacratore, che questa volta non definisce, ma accenna soltanto una categoria antropologica. Come se il nostro Martin Parr si fosse addolcito e fosse forse anche un po’ stanco, finendo per essere quasi sciatto in certe composizioni di immagine.

Vedere le sue ultime opere, lascia insoddisfatti, come quando vuoi che il tuo amante ti scullacci con passione, e invece ti dà solo colpetti piccoli piccoli, delicati.

Del recente Martin Parr, ne avevo già sentito parlare. Una nota photoeditor diceva più o meno così: “Si è abituati, dopo un certo grado di notorietà, a consacrare i maestri e a giudicare buono qualsiasi loro prodotto. Eppure anche i mostri sacri possono toppare”.

Esatto.

 

 

 

(Foto | The Amalfi Coast © Martin Parr / Magnum Photos / Studio Trisorio, Courtesy Studio Trisorio)

 

Info:

Fino al 22 Febbraio 2015 // Studio Trisorio // Riviera di Chiaia 215, Napoli

lun-sab 10-13.30
lun-ven 16-19.30

Ingresso gratuito

+39 081 414306

info@studiotrisorio.com

www.studiotrisorio.com

 

 

Giuliana Calomino

 

 

Giuliana Calomino
La vita di ogni uomo è una via verso se stesso, il tentativo di una via, l'accenno di un sentiero. (da Demian di Hermann Hesse).

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